Nuoto, Spitz e il rientro di Michael Phelps
«Torna per vincere una grande sfida»

Nuoto, Spitz e il rientro di Michael Phelps «Torna per vincere una grande sfida»
di Carlo Santi
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Martedì 15 Aprile 2014, 15:42 - Ultimo aggiornamento: 16:06
Lo squalo ritorna. L’ultima volta che avevamo visto Michael Phelps in acqua risale al 4 agosto di due anni fa, alle Olimpiadi di Londra. Tra qualche giorno, il 24 aprile a Mesa, in Arizona, lo squalo si tuffer di nuovo in vasca: iscritto a tre gare, 50 e 100sl e 100 farfalla e ritrover il rivale di prima, Ryan Lotche. Londra, dicevamo. Tutti lì, all’Aquatics Centre, per ammirarlo nella 4x100 mista: era la sua ultima gara. A 27 anni lo squalo di Baltimora se ne andava soddisfatto della sua carriera che lo aveva visto recitare da grandissimo attore. Usciva dall’acqua con un bottino straordinario di medaglie olimpiche, 22, numero che rappresenta il primato di sempre. A Londra, difatti, Phelps aveva battuto quel record del era detenuto da quasi mezzo secolo dalla ginnasta sovietica Larisa Latynina che tra il 1956 e il 1964 aveva vinto 18 medaglie olimpiche. Ma Phelps è qualcosa di più perché con 18 ori è l’atleta che ha vinto il maggior numero di medaglie d’oro avendo battuto il primato di 9 ori detenuto dalla stessa Latynina, da Mark Spitz (nuoto, dal 1968 al 1972) e Carl Lewis (atletica, dal 1984 al 1996), e dalla leggenda dell’atletica, il fondista finlandese Paavo Nurmi all’inizio del secolo scorso. Ha, poi, conquistato otto medaglie d’oro in una stessa edizione, quella di Pechino 2008, battendo il record di sette che era di Mark Spitz.

Stanco della vita un po’ noiosa senza più gli allenamenti, quegli allenamenti durissimi con Bob Bowman, il coach che lo ha plasmato, seguito, portato al vertice. Il golf, che lo aveva attratto, non gli bastava più. Philippe Lucas, l’allenatore di Federica Pellegrini, non ha mai creduto allo stacco netto. «Non ha mai smesso di nuotare», ha spiegato il coach francese. Altro che divertirsi, come aveva giurato, nell’oceano per rilassarsi.

Bowman è convinto che il suo allievo sia già competitivo. Altri, però, prima di lui, stanchi della vita senza riflettori, vita da pensionati, sono tornati sulla loro decisione e sono tornati nello sport. Quasi mai, però, con la stessa forza della prima vita. Parliamo di Michael Jordan, di Pietro Mennea, di Michael Schumacher. E di Mark Spitz che quasi vent’anni dopo i suoi trionfi di Monaco ’72 ha cercato di tornare. Ma il suoi è stato un autentico flop come quello, proprio alla vigilia di Londra 2012, di Ian Thorpe, il magnifico piedone di Sydney 2000.

Spitz, che ha 64 anni, è convinto che Phelps ritornerà per dimostrare che può vincere questa sfida. «Ha davanti una sfida interessante. A lui è sempre piaciuto porsi queste grandi sfide. Vuole dimostrare quanto sia incredibile», ha detto Spitz. Ha certezze, il campione di Monaco ’72. «Non tornerebbe se non fosse convinto di avere successo. Non ha niente da perdere. Se io fossi un avversario, sarei nervoso».

Spitz ha aggiunto che lo squalo di Baltimora si è ritirato giovane dopo avere avuto molto successo, quel successo che, dopo Pechino, lo ha fatto anche sbagliare. Parliamo di novembre 2008 quando Phelps in un club di Las Vegas è stato trovato ad aspirare da un bong, un tubo dal quale si fuma di solito marijuana, e con le mani addosso a una ballerina.

«È ancora molto giovane - ha aggiunto Spitz - e ci sono stati molti nuotatori, di un livello molto alto nelle prove di velocità vicini ai 30 anni. Lui ne avrà 31 a Rio 2016. È molto emozionante per il nuoto il suo ritorno».

Concentrarsi su poche gare è il consiglio di Spitz a Phelps che, a suo avviso, non sentirà troppo la pressione. «Non credo che allinizio farà molto bene, ma entro un anno o giù di lì si saprà cosa può dare. Non ha nulla da perdere».

Phelps come Jordan: il basket aveva bisogno di MisterAir, il nuoto dello squalo. «Il suo ritorno aiuta il nuoto. Ha molti tifosi che hanno seguito le sue gare e che sono rimasti delusi quando si è ritirato. Il pubblico deve rispettare quando uno sportivo decide di ritirarsi, anche se si sente deluso. Ma ora, noi, il pubblico, ringiovaniamo. Sono ansioso di vedere che cosa succederà», ha concluso Spitz.
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