Tour de France, la tappa è di Nibali
«Vantaggio importante, sto più tranquillo»

Tour de France, la tappa è di Nibali «Vantaggio importante, sto più tranquillo»
di Francesca Monzone
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Giovedì 24 Luglio 2014, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 19:30

Nibali e solo Nibali. E’ lui il padrone della Francia e di un Tour che torna a parlare italiano dopo quel 1998. Oggi ha vinto la tappa, la 18esima da Pau ad Hautacam, il suo quarto successo in questa edizione dopo quelli in Inghilterra, sui Vosgi, sulle Alpi e suo Pirenei, dimostrando tutto il suo valore, grandissimo come i grandissimi del ciclismo, straordinario e adesso davvero nell’olimpo degli eroi delle due ruote.

«Oggi non volevo vincere per la classifica, ma per la squadra, che ha lavorato tantissimo, alla grande, e per me stesso - ha dichiarato Nibali - Volevamo questa vittoria nell'ultima tappa sui Pirenei e l'abbiamo ottenuta. È chiaro che adesso ho un vantaggio molto buono: posso stare un pò più tranquillo. Sarà comunque difficile, domani mi riposerò e poi penso a far bene anche nella crono».

A modo suo, splendido interprete del Tour de France, Vincenzo Nibali è scattato nel finale dopo una lunga attesa.

Lo ha fatto sull’ultima salita della tappa – e della corsa gialla nella quale ha rischiato anche di cadere perché una tifosa ha cercato di fotografarlo con il solito selfie – per andarsi a prendere tutto. Uno spettacolo il suo, determinazione e potenza per gridare a tutti che lui è il più forte. A 8 chilometri dall’arrivo l’azzurro ha staccato Nieve (in un chilometro gli ha guadagnato 32 secondi) mentre dietro il polacco Majka ha tentato il grande colpo senza riuscire nell’impresa. Alla fine il secondo posto è stato di Pinot, il terzo di Maljka quindi Peraud, Vangarderen, Bardet che ha preceduto Mollema, Konig, Zubeldia e Valverde. Valverde è stato respinto dai suoi Pirenei e lui ha dovuto lottare con il secondo posto spesso a rischio e alla fine perduta.

La corsa di oggi. L’attacco di Valverde in discesa dopo il Torumalet, la montagna-simbolo e mito della Grande Boucle, il controllo di Nibali e il successivo aggancio a poco più di 30 chilometri dal traguardo. Era il tentativo, un po’ folle e un po’ disperato, di Valverde per trovare la gloria. Ma nella lotta di tattica e di nervi tra Valverde e il nostro Vincenzo, ha prevalso il campione siciliano. Nell’ultima salita del Tour, quella di Hutacama, 13,6 chilometri durissimi, prima della 19esima tappa di domani, 208,5 chilometri da Maubourget a Bergerac con un’altimetria semplice prima della cronometro di sabato il gruppo maglia gialla era a 2’33” dai battistrada, la coppia Kadri e Nievo con quest’ultimo che ha cercato spesso l’allungo. Tra loro due e l’Astana di Nibali (con Valverde incollato alla sua ruota) e con Scarponi (che poi si è fatto da parte), cinque corridori a 1’18” e tra loro Alessandro De Marchi.

Si è chiusa oggi la tre giorni dei Pirenei. Da Pau fino ad Hautacam con il mito del Tourmalet, quei 17 chilometri con una pendenza del 7,3% di media. Sono rampe di grande impegno, l’ultimo ostacolo per Vincenzo Nibali verso il trionfo parigino.

All’inizio sono stati una ventina i fuggitivi (e con loro De Marchi, Oss e Marcato) mentre il gruppo dell’Astana di Nibali era dietro, staccato di poco più di 3 minuti e mezzo. Davanti era lotta per la supremazia della giornata, con lo squalo dello Stretto a controllare, tranquillo nella sua posizione. E davanti, dicevamo, nella lotta per il primo posto. Schermaglie con il gruppetto degli inseguitori a 41” e con Voeckler davanti poi raggiunto dallo spagnolo Izaguirre. Tutto in salita, ed ecco il Col du Torumalet con Biel Kadri che si è aggiudicato il GPM prima di scollinare. In quel momento abbiamo assistito all’attacco di Valverde che ha approfittato della discesa per lanciare la sua sfida. E Nibali? Tranquillo: Vincenzo ha lasciato fare con la consapevolezza di poter disporre dell’avversario appeno lo desiderasse.

Dicevamo del Tourmalet e della sua scalata. Sulla montagna del mito, il Tourmalet appunto, 2115 metri, montagna simbolo del Tour oggi scalata per la 79esima volta (la prima nel lontano 1910, di notte allora con l’aspro duello tra Lapize e Garrigou, campioni di allora) senza dimenticarci del nostro Bottecchia ma anche del cannibale Merckx e della sua grande gara nel 1969 quando ha attaccato l’amico dal quale era stato tradito per essere andato alla Molteni senza che Eddy lo sapesse. E prima di loro Gino Bartali e Fausto Coppi, poi vincitori del Tour dopo le loro imprese sul Tourmalet.

Nibali è pronto per fare altrettanto, per essere il grande campione dello sport italiano sul palcoscenico del Tour, grandissimo interprete in attesa dei Campi Elisi, domenica pomeriggio dove sarà incoronato re del Tour, un grandissimo eroe con la maglia azzurra.

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