Figc, Sacchi lascia: «Troppo stress»
E su Tavecchio: «Non è razzista»

Figc, Sacchi lascia: «Troppo stress» E su Tavecchio: «Non è razzista»
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Mercoledì 30 Luglio 2014, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 14:01
Con dispiacere lascio un incarico cui tengono molto. Però ho un avversario terribile, che sono riuscito a governare per 22-23 anni, e che alla fine però sta vincendo, ed è lo stress». Sono le parole con cui Arrigo Sacchi ha motivato la decisione di non rinnovare il rapporto con la Federcalcio in qualità di coordinatore tecnico delle nazionali giovanili (da U21 a U16).



Il contratto dell'ex ct azzurro, siglato nell'agosto del 2010, scadrà domani.



Sacchi, nella conferenza stampa indetta in Federcalcio a Roma, ha poi aggiunto che a pesare nella scelta di lasciare l'incarico, oltre allo stress ci sono state anche valutazioni di carattere familiare e personale: «Ho avvisato la Figc già da un anno che a fine mandato avrei lasciato. Non sono stato un bravo padre, ho trascurato mia figlia, e non voglio fare lo stesso con la nipotina nata da poco. E poi non sono più un giovanotto, il mio recupero è più lento».



«Abbiamo lavorato molto in questo 4 anni, cercando di dare a questi ragazzi una mentalità e una dimensione internazionale, aumentando del 30-35% le partite - ha spiegato Sacchi -. In una nazione che non crede nei giovani dobbiamo ringraziare la Federazione per gli sforzi fatti».



La conferenza è stata aperta dalle parole del direttore generale della Figc, Antonello Valentini: «Siamo qui perchè domani scade il contatto di Arrigo, per noi è stato un aiuto fondamentale per far rinascere il sistema delle nazionali giovanili. Ha deciso di lasciare l'incarico a fine mandato, nonostante le nostre insistenze. Speriamo che in futuro possa ripensarci».



SU TAVECCHIO

«Ho visto che Tavecchio è stato attaccato molto, si è sbagliato, ma ci sono cose altrettanto gravi che trascuriamo. Lo conosco, di sicuro non è razzista».

«Stimo sia lui che Albertini, hanno fatto entrambi un buon lavoro».



Sacchi poi si è soffermato sul tema dei molti calciatori stranieri che militano nei campionati italiani. «Abbiamo un'invasione, mi viene da pensar male e non voglio farlo. Noi subiamo il fascino dello straniero, ne prendiamo in abbondanza, dando valutazioni tecniche ed economiche superiori. Lasciamo stare, cerchiamo di avere più fiducia in noi stessi».



IL SACCHI-PENSIERO SUL FALLIMENTO MONDIALE

«Era frutto dell'amore pensare che l'Italia potesse vincere il Mondiale. Ma non c'è stata una competizione che potesse indurci a generare questo pensiero. Nessun nostro club era entrato nei quarti di Champions. Sarebbe stato un miracolo, che non si è verificato. Sono stati commessi degli errori, qualcosa in più si poteva fare».



È il pensiero dell'ex ct azzurro sulla spedizione in Brasile dell'Italia di Prandelli, eliminata nella fase a gironi.



«Alcuni anni fa sono stato in Costa Rica a tenere un seminario di 6 giorni, oggi forse dovremmo chiamare un loro tecnico a tenere lezioni da noi... - aggiunge Sacchi nella conferenza in cui ha annunciato l'addio dall'incarico di coordinatore tecnico delle nazionali giovanili -. Quindi è il caso di rivedere qualcosa. Abbiamo dirigenti che pensano più al loro potere che al bene del sistema. Un po' di autocritica per tutti non può che fare bene. Possiamo crescere solo se smettiamo di piangere. L'Italia ha esportato cultura per 1500 anni, ma dobbiamo dimenticare furbizia, arrivismo, scorciatoie, compromessi, altrimenti siamo out. Spero che il nostro Paese riesca a risorgere».
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