Liceo Cotugno, l'appello degli studenti:
«Siamo in condizioni disumane»

Liceo Cotugno, l'appello degli studenti: «Siamo in condizioni disumane»
di Marianna Galeota
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Sabato 25 Febbraio 2017, 11:55
L'AQUILA - «Siamo in una situazione disumana, non abbiamo il tempo necessario per studiare e soprattutto per assimilare e metabolizzare quanto apprendiamo, inoltre non abbiamo più modo di frequentare attività extrascolastiche». Andrea Bernardi, rappresentante degli studenti del Liceo Cotugno commenta così il documento inviato a istituzioni comunali e provinciali ed enti, e sottoscritto da oltre 1000 studenti costretti a frequentare le lezioni di pomeriggio all'Iis A. D'Aosta, in attesa del completamento delle verifiche di vulnerabilità sull'edificio sede del Liceo in via Da Vinci. La struttura ospitava 1250 studenti e 60 persone tra corpo docente e personale. Le verifiche, che sono state richieste dopo i terremoti di gennaio anche dalla preside Fiorenza Papale, potrebbero durare ancora molto tempo. Con il documento i rappresentanti degli studenti Bernardi, Andrea Amarii e Federico Pupi chiedono ad enti e istituzioni «che si comunichino con esattezza i tempi previsti per portare a termine le verifiche; che si trovi una soluzione provvisoria nel più breve tempo possibile che permetta agli studenti di riprendere le attività didattiche in orario mattutino, essendo già trascorsi 14 giorni dalla data in cui è avvenuta la dislocazione dell'istituto».

Nel documento indirizzato ai presidenti di Regione e Provincia, al sindaco, alla dirigente scolastica, al direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale e alla Procura della Repubblica, si chiede inoltre «che si apra un tavolo lavoro istituzionale che permetta all'ufficio di presidenza e alle componenti tutte, rappresentate tramite il consiglio d'istituto, di rimanere in costante contatto e di essere aggiornati e coinvolti nelle decisioni riguardanti l'istituto».

«Alle 14,30 in orario di entrata i visi dei ragazzi e non solo parlano chiaro: stanchezza, preoccupazione, turbamento - aggiunge Bernardi - Siamo stati catapultati in una situazione opposta a quella alla quale eravamo abituati. Un disagio di tale portata non può durare ancora molto». «Chiediamo, oltre alla certezza sui tempi, che sia trovata una soluzione provvisoria che possa riportare tutti noi a condurre una vita il più possibile serena - precisa ancora - La soluzione non spetta certo a noi trovarla. I nostri politici, consapevoli del fatto che le verifiche avrebbero richiesto molto tempo, avrebbero dovuto trovare immediatamente una soluzione differente».

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