Ieri, al tribunale di Teramo si è aperto il dibattimento contro i tre finiti a processo perché accusati di aver oltraggiato il sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, ma anche un assessore e due consiglieri durante una seduta del consiglio comunale in cui si discuteva del Daspo urbano. L'unico a costituirsi parte civile è stato il sindaco Costantini, assistito dall'avvocato Gianni Falconi. Ed è toccato proprio al primo cittadino, ieri, a presentarsi in aula per raccontare come sarebbero andate le cose durante quella seduta del Consiglio del 28 febbraio di tre anni fa, quando secondo la ricostruzione fatta dalla Digos, Gianluigi Di Bonaventura, Leonardo Verona e Carmela Bruna Coletta avrebbero offeso il loro onore e prestigio, apostrofandoli ripetutamente con gli epiteti: «Splendidi del . Tu hai detto sto . Stupido». È quanto si legge nel decreto di citazione diretta a giudizio.
Ma in aula il sindaco Costantini ha saputo con certezza dire che solo Di Bonaventura avrebbe proferito quel giorno quelle parole e questo perché lui già lo conosceva e lo ha saputo identificare, mentre sugli altri imputati non si è espresso nello stesso modo. In quanto, invece, all'assessore Paolo Giorgini e al consigliere Paolo Bonaduce, pure loro indicati come parti offese dalla procura (insieme alla consigliera Antonella Guidobaldi che ieri era invece assente), nessuno di loro, però, è parte civile nel processo, non hanno saputo indicare con certezza chi li avrebbe oltraggiati tre anni fa tra la folla presente in Consiglio comunale.
Quel 28 febbraio alcuni giovani vennero poi allontanati dall'aula dalle forze dell'ordine.