Faro acceso della Digos sui due indagati sospettati di far parte dei Guerrieri vivi nella galassia "No vax"

Pescaresi, 47 anni lui, 36 lei, sono sospettati di essere tra i referenti locali del gruppo

Le scritte con il simbolo dei Guerrieri Vivi tracciate sulla facciata di palazzo dei marmi furono subito rimosse, ma i danni all’edificio storico sono purtroppo evidenti
di Patrizia Pennella
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Giovedì 18 Aprile 2024, 06:00

È sui dispositivi elettronici, smartphone, computer e tablet, che si concentrano in questa fase le indagini della Digos di Pescara che, diretta da Dante Cosentino, prosegue negli accertamenti per ricostruire la galassia che, in provincia, si muove in ambito no vax. Non la quota ufficiale che nel periodo dell'emergenza sanitaria lavorava alla disobbedienza sulle piazze, ma un mondo sommerso che si muove con azioni di danneggiamento contro istituzioni, associazioni e sedi sindacali. Non è un caso, infatti, che l'uomo e la donna individuati e denunciati dalla digos, a tre mesi dall'imbrattamento del palazzo del governo, non siano persone conosciute per aver preso parte alle manifestazioni pubbliche che hanno caratterizzato la fase covid, che pure hanno avuto in due occasioni uno strascico giudiziario.

GLI INDAGATI

Pescaresi, 47 anni lui, 36 lei, sono sospettati di essere tra i referenti locali di un gruppo, i Guerrieri ViVi, attivo sull'intero territorio nazionale, con azioni analoghe a quelle su cui si indaga a Pescara. La contestazione dell'associazione per delinquere tra le ipotesi di reato lascia pensare che gli investigatori siano sostanzialmente certi di aver aperto una porta su quel mondo e che quindi alla coppia potrebbero aggiungersi anche altre persone, eventualmente coinvolte nelle due azioni ricostruite nella fase attuale (palazzo del Governo e ospedale) o in altre che si erano verificate in precedenza (l'assalto alla sede della Cgil a fine 2022). Il 47enne, grazie alle immagini raccolte dalle videocamere di sorveglianza della zona, è entrato subito nel mirino degli investigatori: è stato ricostruito il suo arrivo sul posto "armato" di una lancia artigianale con cui ha rapidamente imbrattato gran parte della facciata e l'ingresso del palazzo centrale di piazza Italia, è stata ripresa la fuga, a bordo di un suv nero, seguito poi per la gran parte del percorso di allontanamento.

Che fosse la donna a guidarlo si è appurato subito dopo, monitorando proprio le interazioni sui social e rilevando l'assiduità dei contatti tra i due. Un controllo sulle auto e lei è risultata proprietaria di un suv di colore nero compatibile con il mezzo utilizzato per l'azione contro il palazzo del Governo. In più nell'abitazione dell'uomo è stato trovato uno zaino uguale a quello ripreso addosso all'uomo che ha imbrattato il palazzo. Definita questa prima relazione ora la digos sta cercando di disegnare una mappa intera del fenomeno sul territorio provinciale proprio lavorando sul materiale sequestrato in casa dei due indagati che non sembrano certo avere un ruolo secondario.

MATERIALE SEQUESTRATO

Anche perché proprio in casa del 47enne è stato trovato un bel po' di materiale: la lancia artigianale, realizzata utilizzando come base di partenza un estintore, e delle forme di stencil, anche queste messe a punto artigianalmente, che riproducono il logo del gruppo e che potrebbero essere state utilizzate anche per realizzare delle scritte in alcune zone della città e in particolar modo in quella dello stadio. Da capire anche quali siano le relazioni del gruppo locale con le realtà territoriali presenti in altre regioni e se quindi sia ipotizzabile un'operazione di reclutamento riconducibile ad una sorta di struttura federale che si coordina nella scelta della qualità degli obiettivi.

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