L'indagine ha portato a 10 arresti ai domiciliari, 5 interdizioni dal lavoro e 20 indagati a piede libero con le
accuse, tra le altre, di corruzione e turbativa d'asta. Ad un funzionario Mibact sono stati trovati circa 5.500 euro,
all'altro circa 8.800 euro. Per gli investigatori, il materiale è interessante in relazione all'indagine: ora spetterà agli indagati l'onere di dimostrare la provenienza di quelle somme. Sul momento, nel corso delle domande a perquisizione in corso, gli indagati hanno replicato che si trattava di contanti da utilizzare per le spese quotidiane.
Nelle intercettazione telefoniche ed ambientali, oltre che in video e foto, sono state accertate dazioni di danaro e incarichi ad amici e parenti da parte delle imprese che hanno vinto gli appalti nei confronti di dipendenti infedeli dei beni culturali in Abruzzo. Nel frattempo oggi, secondo quanto si è appreso, le «gazzelle» sono tornate a visitare gli uffici aquilani del Mibact. I carabinieri hanno comunque già acquisito una
voluminosa mole di faldoni sui 12 cantieri oggetto di attenzioni.
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