Pluriclassi, il sindaco di Crognaleto Orlando Persia: «La nostra scuola, come nel film di Albanese»

«Anche qui lottiamo per cercare bambini perché la scuola resti al suo posto, perché senza di lei muore il paese intero»

Pluriclassi, il sindaco di Crognaleto Orlando Persia: «La nostra scuola, come nel film di Albanese»
di Maurizio di Biagio
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Lunedì 22 Aprile 2024, 07:30

«Ho visto il film di Albanese con le lacrime agli occhi» spiega emozionato il sindaco di Crognaleto, Orlando Persia, parlando delle sue due pluriclassi di 15 alunni spalmati tra la prima e la quinta elementare. Le assonanze con “Un mondo a parte” sono “incredibili”: «Anche qui lottiamo per cercare bambini perché la scuola resti al suo posto, perché senza di lei muore il paese intero». Le lacrime sono state al cinema per quei passaggi «in cui viene risaltata la comunità di intenti tra maestri, sindaco e comunità, tutti assieme per salvare l’istituzione, per far aumentare il numero di bambini: è una lotta perenne». Ed anche qui, a Crognaleto, comune montano di 1.200 abitanti soggetto da tempo allo spopolamento a causa dei sismi, si sono cercati i bambini ucraini «ma non è stato semplice, abbiamo provato anche noi come nella pellicola di Milani ma non ce l’abbiamo fatta, c’è da sottolineare come ancora sorgano dei pregiudizi nei nostri confronti, verso un territorio considerato disagiato ma non è così».

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Le similitudini

Poi le similitudini con il film non finiscono qui: «Ce ne sono tantissime, come quella dei docenti e dei collaboratori che vanno in aiuto di ci ha problemi con la neve».

Le pluriclassi da più di 17 anni sbrigano la loro attività ma l’esistenza è a rischio come quella del paese, le due realtà sono intimamente collegate. C'è anche un po’ di scetticismo da parte degli addetti ai lavori. L’organizzazione didattica da parte delle due maestre è esemplare tra i bambini di diversa età e grado «hanno imparato bene dalla loro esperienza come gestire la situazione». Attualmente tra gli alunni ce n’è uno solo di origine straniera, una rumena: «Per noi è un anomalia – prosegue il sindaco - perché fino a ieri c’erano tanti bimbi macedoni, rumeni stessi, magrebini che hanno ripopolato le classi, avviando al contempo una meravigliosa integrazione a livello extrascolastico con le loro famiglie, una ricchezza per tutti noi».

Solo che poi che col crescere i ragazzi vanno a scuola a Teramo perdendo il contatto originario col paese. Si parlava di pregiudizi nei confronti della montagna: «Noi non siamo affatto così indietro come qualcuno crede o ci dipinge» è il dignitoso spirito di rivalsa di Persia. Che rivendica pure una saggia amministrazione anche dopo gli eventi sismici quando ragazzi di Tottea e Nerito sono stati accolti da noi «e non volevano andare più via». Oltretutto chi esce dalla scuola di montagna è «preparato, ben educato e scolarizzato, avendo perfino il privilegio di avere un docente per alunno, qui nessuno rimane indietro; ci sono tanti modi per recuperare anche al di fuori del trillo della campanella: la preparazione scolastica, assieme a quella umana, è sempre ottimale». Se la scuola, nel film diretto da Riccardo Milani, era intitolata ad un pastore-poeta, qui è invece dedicata ad un maestro-sindaco, Alfredo Quaranta.

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