I fatti sono relativi allo scorso anno, allorquando scatta l’indagine e il gip sequestra alla presunta vittima il conto corrente, che era quasi a zero, e buoni fruttiferi per 8 mila euro. L’imputata, difesa dagli avvocati Alessandro Troilo e Carmine Di Risio, ha sempre respinto le accuse, tant’è che è ricorsa al giudice del lavoro contro il licenziamento. La stessa ha sempre sostenuto di essere in grado di dimostrare movimenti sul suo conto con donazioni da parte del nonno e rimesse dall’estero da parte di un fratello. Al processo la difesa è pronta a dare battaglia dopo che ieri al gup ha chiesto un supplemento d’ indagine in considerazione del fatto che l’impiegata non poteva maneggiare soldi, cosa spettante esclusivamente a cassieri o direttore della sede centrale.
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