MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Mercedes stellare, In Brasile solo le Ferrari evitano il doppiaggio

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Sabato 21 Novembre 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 17:01
Le Stelle brillano anche nella primavera brasiliana. I due piloti della Mercedes ottengono un’altra doppietta a San Paolo e confermano che, anche nella parte finale della stagione, le Frecce d’Argento hanno una netta superiorità insidiata solo dalla Ferrari. Le Rosse, infatti, sono le uniche monoposto a evitare l’umiliazione del doppiaggio, beffa che ha dovuto incassare anche Bottas quarto in classifica mondiale con una Williams-Mercedes che è la terza forza del campionato. Il Gran Premio del Brasile lo ha vinto Nico Rosberg che ha preceduto il compagno Lewis Hamilton, alle loro spalle i due bolidi del Cavallino con Vettel ancora una volta davanti a Raikkonen più incisivo rispetto ad altre occasioni (la Fia ha squalificato Felipe Massa, ottavo, per irregolarità riscontrate al pneumatico posteriore destro). Il britannico nel finale ha alzato il piede dal gas chiudendo a 7 secondi, mentre Sebastian è arrivato a 14 e Kimi a più di 45. Per il quattro volte campione del mondo tedesco è il 13° podio del 2015, nessuno aveva spruzzato così tante volte champagne nella stagione d’esordio a Maranello, nemmeno Schumacher e Alonso. Nonostante l’eccellente gara e l’ottimo risultato, Seb ha perso le ultime speranze di conquistare la piazza d’onore nella graduatoria finale infilandosi fra le due Mercedes. Con il trionfo di ieri Nico ha portato il vantaggio sul connazionale a 31 lunghezze (297 a 266) e i 25 punti in palio ad Abu Dhabi fra due settimane non potranno cambiare nulla in vetta all’Olimpo. Ancora in ballo, invece, la quarta piazza, nella gara di ieri finita a Raikkonen che ha preceduto Bottas, ma che nella classifica del Mondiale ancora in mano al finlandese della Williams con un solo punto (136 a 135) su quello della Ferrari (quest’anno fra i due sono state scintille). Nell’ultimo periodo Rosberg sembra un altro (quinta pole e seconda vittoria di fila), ma è difficile sapere quanto Nico sia migliorato (in Messico e a San Paolo è stato perfetto) quanto Lewis si sia rilassato dopo il suo terzo titolo iridato. «Bella gara, ma non posso certo essere felice con quello che è accaduto a Parigi», è stato il commento del vincitore. «Quelli davanti andavano veramente forte», ha risposto Vettel. Quando si è spento il semaforo le due Mercedes sono scattate bene, Rosberg ha sfruttato i pochi metri di vantaggio garantiti dalla pole per chiudere con decisione la traiettoria e poi non concedere spazio al compagno Hamilton che cercava di resistere all’esterno. Le due Frecce hanno allungato, con le gomme soft avevano un ritmo leggermente più veloci anche delle Ferrari, ma Vettel ha tenuto duro riuscendo a contenere il ritardo. Prima del decimo giro sono iniziate le soste per il cambio gomme e tutti sono passati alle medie bianche per cercare di fare l’intera gara con soli due pit stop. Al 13° giro si erano già fermati tutti e le posizioni restavano invariate. Lewis si è avvicinato a Nico senza però tentare l’attacco, Sebastian ha tenuto il passo, mentre Raikkonen perdeva quasi un secondo al giro e alla tornata numero 26 aveva già più di mezzo minuto di ritardo. Anche dietro c’erano pochi duelli, le posizioni restavano immutate e la gara era abbastanza noiosa. Al 32° giro grande sorpasso di Verstappen a Perez, il giro successivo si fermava la Ferrari di Vettel per il secondo cambio gomme, quindi è stata la volta delle due Mercedes con il tedesco in testa che prendeva un margine di sicurezza sul compagno britannico. Il quattro volte campione del mondo di Maranello montava le soft-gialle, le Stelle di Stoccarda sceglievano di nuovo le bianche-medie, quindi più dure. Per tutti, in ogni caso, appariva difficile arrivare al traguardo senza il terzo ingresso ai box. Al 48° giro terzo pit stop per Rosberg, subito dopo veniva chiamato al cambio pneumatici anche Hamilton che obbediva. Rosberg segnava il giro veloce, Lewis lo migliorava, la lotta era solo fra i due di testa con Hamilton che provava al ridurre il distacco il distacco senza però mai tentare l’attacco.
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