Maria Latella
Tendenza Latella
di Maria Latella

Con Cantone e Transparency: perche' ci fa bene parlare di corruzione

di Maria Latella
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Mercoledì 27 Gennaio 2016, 16:21
C'e', almeno c'era fino a poco tempo fa, chi sosteneva che i panni sporchi si lavano in famiglia e dunque di corruzione italiana (cosi' come di mafia) era meglio parlare poco e niente "per non nuocere all'immagine dell'Italia". Questa posizione, spesso un pretesto più" che una convinzione, sembra oggi meno diffusa. O almeno meno popolare.
 Parlare della corruzione, e di quanto danneggi la crescita del nostro Paese nonche' le nostre singole vite, contribuisce a cambiare un'attitudine che e'impasto di cattive abitudini ed etica opaca.
Ne abbiamo discusso ieri qui a Roma, col presidente dell'autorita' anti corruzione Raffaele Cantone, con Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere e col presidente di Transparency Italia Virginio Carnevali, co-firmatario con Cantone di un nuovo accordo di collaborazione.
L'occasione era fornita dalla presentazione del report annuale di Transparency, la classifica dell'indice di percezione della corruzione che misura lo stato dell'arte nel settore pubblico e privato di 168 Paesi.
Quest'anno l'Italia ha scalato otto posizioni, passando al sessantunesimo posto (sessantunesimo). Il paese percepito come meno corrotto e'la Danimarca (numero uno). Al secondo posto la Finlandia.poi la Svezia, la Nuova Zelanda etc. Per restare a paesi a noi vicini: la Germania e'al decimo posto, la Francia al ventitreesimo, la Spagna e' n 36 e perfino la Grecia si piazza meglio di noi. La Grecia, il cui livello di corruzione e'stato spesso considerato tra le cause delle crollo della sua economia e' cinquattottesima.
In Europa veniamo prima del Montenegro e della Bulgaria, ma, rispetto all'anno scorso, siamo percepiti in leggera fase di miglioramento.
Conta quel che si fa, certo ma anche parlare di corruzione puo'smantellare secoli di convinzioni fondate su presunte furbizie. "Siamo qui per spiegare l'effetto negativo che la corruzione ha sulla nostra economia, sulle nostre imprese" hanno detto Ivan Lo Bello e il presidente di Transparency Carnevali.
 
Si e'parlato, ovviamente, anche della nuova normativa sul whistleblowing, la possibilita' di denunciare atti illegali commessi all'interno di aziende pubbliche e private. Ho chiesto a Raffaele Cantone come funzionera' la nostra versione del "soffiatore di informazioni" (traduzione non letterale di whistleblower). "Dovrebbe aiutarci. Intanto non lascera' soli quelli che decideranno di segnalare illegalita'. Garantira' loro protezione, perche' non diventino dei perseguitati. Ma non ci sara'un premio in denaro, come negli Stati Uniti. L'obiettivo e' far cambiare mentalita', e chi ci aiuta deve farlo per una motivazione seria. Non per denaro e non per calunniare".   L'indignazione contro chi si arricchisce a spese di contribuenti, contro chi fa carriera non per merito ma per "corruzione ambientale"  e' largamente diffusa e condivisa. Tutti, almeno a parole, sono convinti che se non inverte la tendenza, se si continua con gli amici degli amici, lasciando la meritocrazia ai soli dibattiti, l'Italia restera'la', tra Macedonia e Bulgaria. E magari presto superata anche da loro. Il whistleblower consentira'di misurare l' entita'di un cambiamento ormai non negoziabile.
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