Tendenza Latella
di Maria Latella

E adesso Ryan Air decide il futuro delle universita' (anche italiane)

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Sabato 21 Novembre 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 16:55
E' la qualita' che rende appetibile un'universita', non il fatto di essere più'o meno grande. Ma oggi conta anche aver vicino un aeroporto e un collegamento low cost. L'universita'di Bergamo, per esempio, ha cambiato faccia da quando Ryan Air vola nel vicino aeroporto di Orio al Serio. Qualche esempio. Forti dei loro corsi di studio in inglese, rettori e docenti dell'universita'di Bergamo sono riusciti a convincere Harvard e a stabilire con la prestigiosa universita'americana un accordo con la facolta' di design per ripensare il modello di citta'. "Grazie ad Harvard abbiamo lanciato un progetto di citta' che si chiama Bergamo 2035" dice il rettore Remo Morzetti Pellegrini. L'universita'di Bergamo ha sei corsi in inglese, divisi nelle tre aree: economia, management e turismo. Ha mille studenti stranieri su sedicimila allievi in totale, con un quaranta per cento che arriva da regioni diverse dalla Lombardia. "Ci siamo accorti che avere un aeroporto a due chilometri e Ryan Air capace di collegamenti quotidiani con Trapani. Lametia Terme, Cagliari, Brindisi, consente a molti studenti di tornare a casa per il week end. Le tariffe sono basse, con 25 euro il venerdì sera si torna a casa". Il personale docente comprende settanta-ottanta visiting professor stranieri, docenti che passano nell'universita'di Bergamo da uno a sei mesi, arrivando da Londra, Parigi, Berlino e altri centri europei. "Stiamo studiando un accordo con universita' dove ci sono le rotte di Ryan air, perche'siamo andati a vedere le citta'che sono collegate da Ryan Air e che hanno un'universita' simile alla nostra - spiega il rettore Morzenti Pellegrini - Abbiamo scoperto di appartenere allo stesso mondo. Citta'con un nucleo storico, con non più'di duecentomila abitanti, universita'con ventimila studenti, quindi di medie dimensioni. E, soprattutto, abbiamo tutti un aeroporto vicino alla citta'. Da noi, a Bergamo, ci sono visiting professor che vengono a far lezione alla mattina e tornano nel loro Paese, la sera". Il professor Morzenti Pellegrini ammette che il ruolo di un rettore e di un un'universita' sono, oggi, molto cambiati. "Nel bergamasco, negli ultimi tempi, sono successe molte cose. Italcementi venduta ai tedeschi. Pesanti ristrutturazioni bancarie. La gente mi ferma per strada:"Voi, almeno, rimanete? Chi fa il rettore di un'universita' si ritrova ad avere oggi anche una responsabilita' sociale". Per questo, racconta il rettore, l'universita' si offre anche come ponte tra Bergamo e altre realta' internazionali. "I visiting professor che arrivano da fuori vogliono conoscere il nostre tessuto economico, noi li portiamo a conoscere le imprese, il territorio. Le universita' possono diventare ambasciate culturali. Finora si occupavano di didattica e di ricerca. Oggi non basta più'. L'Europa ha introdotto il concetto di terza missione: divulgare cio' che fai nella societa'in cui operi. L'universita' era una torre d'avorio. Oggi e'un osservatorio". A Bergamo credono nella contaminazione dei saperi. "Non e'uno slogan. E'il futuro - assicura il rettore - Dalla rettrice dell'universita' di Rejkiavik abbiamo copiato l'idea di una facolta'di ingegneria e tecnologia della salute. Guardi che mettere insieme medici e ingegneri non e'uno scherzo". E il rischio di promuovere facolta'inutili? "Non c'e'. Non si puo' più'. Gli studenti, oggi, non scelgono la facolta', scelgono il piano di studi. E in un anno l'80 per cento dei nostri laureati trova lavoro. Anche nelle facolta' umanistiche".
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