Tendenza Latella
di Maria Latella

Parigi, la convention di Macron: leader "dolce" nell'Arena stile XFactor

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Lunedì 17 Aprile 2017, 19:48 - Ultimo aggiornamento: 19:49
Una leadership dolce. Emmanuel Macron non vuole evocare in alcun modo la politica muscolare, lo stile napoleonico di un Sarkozy, la teatralita' o l'arroganza. Nel suo discorso di Parigi, a cinque giorni dalla domenica elettorale, Emmanuel Macron e' Il Professionista benche' non sia un politico di professione. Frasi chiare. Corte. Nessuna battuta. Nessun richiamo aggressivo ai competitor ma, ovviamente, citazioni abbondanti della sua credibilita' confrontata con le inchieste giudiziarie di Fillon e i suoi attacchi ai giornalisti. "Noi siamo per l'indipendenza dei giudici e dei giornalisti" scandisce EM dal palco. EM come En marche.

Non ha l'oratoria trascinante di Bill Clinton o di Obama ne' tantomeno l'aria da conducator di Trump, ma il candidato di En Marche sa di poter contare su alcune buone carte. Non solo il suo essere "nuovo" . Ha una certa competenza in economia, e di questi tempi anche in Francia serve. E' bellino. Ha una faccia che piace (soprattutto alle donne e non solo). Dice di voler giocare in squadra e "prendere il meglio della destra e della sinistra" .

Per ora i sondaggi lo danno ancora in vantaggio su Fillon,in ripresa negli ultimi due giorni: e' al 19.5 mentre Macron sarebbe al 23.  Vedremo sapra' fare meglio di Marine Le Pen che stasera, sempre a Parigi, riunisce i suoi in un'altra convention.

Macron, "il diabolico Macron' secondo il settimanale " Marianne", punta a tenere tutto dentro: l' internazionalita' del suo passato di banchiere e il romanticismo di un non ancora quarantenne capace di citare dal palco dell'Arena di Bercy un Diderot insolito, innamorato della sua amante (dell'amante, non della moglie. Macron conosce i parigini e sorride malizioso quando la platea fa:Ohhhhh).

Anche la convention di Bercy non ha niente di tradizionale. Sembra di stare a X Factor.
Musica tecno. Nessuna nostalgia per Bandiere Rosse et similia. La Marsigliese verra' intonata naturalmente tutti in piedi e con rispetto, ma brevemente e  dopo che Macron parlava dal palco gia' da qualche minuto.

Musica tecno, dunque. Colori fluo dappertutto, giallo, rosa, azzurro, nelle scritte ("En marche" "Macron president" ) che scorrono sulle pareti dell'Arena dell'Accor Hotel a Bercy, e nelle t-shirt che tutti indossano in platea.

Il rosa delle magliette e il tricolore della bandiera francese. Il bacio sulla bocca che allegramente si concedono due ragazze nere in platea (mandato, sia pure solo un attimo, su tutti gli schermi. Chissa' il cattolico Fillon...) e la rivendicazione orgogliosa di una Francia che deve tornare non "piu' grande" ma certo "piu" ottimista".

Del resto Emmanuel Macron lo sottolinea piu' volte: lui e' l'uomo del "En meme temps" , allo stesso tempo. Slogan che rievoca il "Ma anche" di Walter Veltroni e pazienza se i suoi avversari, proprio come accadeva in Italia a Veltroni, ironizzano.

Macron non sara' un presidente arrogante, assicura. "Domenica prendiamo il potere per condividerlo" . Perche', ripete, lui crede nella condivisione, nel rispetto reciproco verso il Parlamento e nella fiducia che riconoscera' al premier e ai ministri.

E'vero cita piu' volte il generale De Gaulle, uno alquanto imperiale, e una volta soltanto il Florentin Mitterrand, ma d'altra parte c'e' proprio poco del vecchio Partito socialista in quest'arena e in questa convention. "Come il generale De Gaulle scelgo il meglio della destra e il meglio della sinistra" ripete Macron ai ventimila (cosi dicono gli organizzatori) accorsi a gridare "On gagne" vinceremo.

Sono ceto medio e medio alto, ceto urbano. Un tempo li si sarebbe definiti "borghesi" . Tanti giovani. Tante donne. E quando Macron annuncia che riportera' il latino nei programmi scolastici applaudono con entusiasmo.
Penso al progetto di "semplificare" i nostri, di programmi scolastici. E a come avrebbero reagito a Roma se un candidato premier avesse proposto di reinserire il latino la' dove non c'e'. Ma a Roma non l'avrebbe proposto nessuno, temendo di perdere voti.
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