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di Enzo Vitale

Addio all'astronauta John Young, ora rimangono solo cinque gli umani ad aver messo piede sulla Luna

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Martedì 9 Gennaio 2018, 22:38 - Ultimo aggiornamento: 22:46


Sono rimasti solo in cinque. Dopo la scomparsa di John Young, il leggendario astronauta morto alcuni giorni fa (un veterano delle missioni spaziali con la partecipazione ai progetti Gemini, Apollo e Shuttle), dei dodici umani che hanno camminato sulla Luna, ne rimangono meno della metà: cinque appunto.  Sono Buzz Aldrin (Apollo 11), Alan Bean (Apollo 12), David Scott (Apollo 15), Charles M. Duke (Apollo 16) e Harrison Schmit (Apollo 17), unico non militare (è un geologo) ad aver messo piede sul nostro satellite naturale.
John Young ci ha lasciato all'eta di 87 anni, era infatti nato il 24 settembre del 1930. La sua carriera nella Nasa, invece, era iniziata nel 1962 quando fu selezionato tra centinaia di giovani piloti per la carriera di astronauta. Ha vissuto ben tre generazioni di missioni spaziali volando per ben sei volte oltre l'atmosfera terrestre. Oltre ad astronauta è stato anche pilota della Marina, pilota di test e ingegnere aeronautico.


Dopo la California e la Georgia, la famiglia di Young si trasferì in Florida. Da adolescente il suo passatempo preferito era la costruzione di modellini di aereoplani, primo segnale della sua passione per il volo aereo. Amava anche la lettura tanto che imparò a leggere all'età di 5 anni: «Mi ha insegnato mio nonno», aveva detto in più occasioni. Negli anni '60, dopo aver ascoltato l'incredibile proposta del presidente Kennedy, quella di una missione sulla Luna, fece di tutto per farne parte. Celebre la sua frase: «Ora so quello che dovò fare».
Suo padre, un ingegnere civile, era il modello a cui l'adolescente Young si ispirava. Dopo le scuole superiori ad Orlando si laureò nel 1952 in ingegneria aeronautica alla Georgia Tech University con il massimo dei voti. Si arruolò quasi subito in Marina dove rimase a bordo di un cacciatorpediniere per un anno prima di essere avviato all'addestramento per il volo. Quattro anni a farsi le ossa sugli aerei della Marina e poi altri tre presso il Navy's Air Test Center dove ascoltò il celebre annuncio di Kennedy per l'esplorazione della Luna.

IL PRIMO VOLO DA ASTRONAUTA
Il primo volo da astronauta lo effettuò a bordo della Gemini 3, era il marzo del 1965. Insieme a lui il collega Gus Grissom. L'anno dopo, a luglio, era già a bordo della Gemini 10 con il ruolo di comandante della missione che portò il compagno di volo, Mike Collins, ad una passeggiata nello spazio per recuperare un rilevatore di micrometeoriti. Nel maggio del '69 lo troviamo ancora a bordo di un'altra importante missione: era il pilota del modulo di comando dell'Apollo 10 e volò fino alla Luna insieme a Tom Stafford e Gene Cernan. L'equipaggio esplorò i possibili siti di atterraggio e in pratica fece le prove generali di quello che poi sarebbe stato il primo allunaggio avvenuto solo due mesi dopo con l'Apollo 11.

LA MISSIONE LUNARE
Ma non finisce qui perchè Young partecipò anche alla missione dell'Apollo 16 (aprile 1972) con l'equipaggio composto da Ken Mattingly (che rimase in orbita lunare nel modulo di comando) e Charlie Duke. I due  sbarcarono negli altopiani di Cartesio. «La luna è un posto molto carino -disse all'epoca Young, aggiungendo poi del ritardo accumulato per la discesa-. Siamo allunati con 20 minuti di ritardo, l'unico mio pensiero era recuperare quel prezioso tempo perso». Young e Duke installarono attrezzature scientifiche ed esplorarono gli altopiani lunari con il famoso rover. Riportarono sulla Terra numerose rocce lunari frutto di ben tre uscite dal Lem.

IN VOLO CON LO SHUTTLE
Nell'aprile del 1981 un altro primato spaziale al comando del volo inaugurale del programma Shuttle, l'STS-1. Era il primo test della navicella Columbia con a bordo due piloti: lui e Robert Crippen. Nuova missione alla fine del 1983 con lo Shuttle STS-9, ricordata come la prima missione del Laboratorio spaziale, lo Spacelab. In circa  10 giorn, i sei membri dell'equipaggio lavorarono 24 ore su 24 in turni di 12 ore, per realizzare 70 esperimenti scientifici, un vero e proprio record per quei tempi. Tra le tante onorificenze, Young fu anche insignito della Medaglia d'Onore dello spazio, un'ottantina di premi e riconoscimenti, tra cui quattro lauree ad honorem. Nel 1988 Young è stato anche inserito nella National Aviation Hall of Fame nel 1988. Memorabili le parole del discorso quando lasciò la Nasa, era il 2004: «Sono stato un uomo davvero fortunato -e poi molto semplicemente-, le cose che ho fatto? Sì, mi sono piaciute tutte».
 
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