Gli anni passavano e lui era sempre lì, ma intanto piano piano iniziava ad aleggiare l'idea e il pensiero che prima o poi, tutto sarebbe finito; pensiero che già da allora faceva crescere tristezza e malinconia.
Quell'idea ormai, oggi si è trasformata in realtà o poco ci manca, inizia a scendere qualche lacrimuccia, nel vederlo giocare le ultime partite con la sua Roma, nella sua Roma. Ma la cosa che mi rende ancora più orgoglioso che lui sia stato il mio capitano, è quando le telecamere ora lo riprendono in panchina a 39 anni con la voglia di entrare in campo per una delle sue ultime partite, e lui cosciente del momento è lì che sorride come sorride un bambino, come ho sorriso io alla fine della partita il 19 febbraio del 2000.
Ciao capitano
Stefano P.
Ci siamo abituati, a dimenticar le mode. Dopo averle viste nascere, dopo averle seguite, e dopo averle lasciate svanire. Abbiamo imparato che tutto ha un suo tempo, ma ci sono cose di cui proprio non riusciamo a disfarci. Come quella maglietta che teniamo nell'armadio e non usiamo mai. È vecchia, è larga. Non riesci proprio ad immaginare di poterla utilizzare ancora. Ma è speciale. Ti ricorda qualcosa, ti ricorda qualcuno. Ti fa sorridere quando la guardi, e pensare "quanto tempo è passato". E ti fa sentire bene.
Nessuna moda, però, dura 22 anni. Nessuna moda ti fa emozionare 300 volte. Allora, ci rendiamo conto che Francesco Totti non è una moda, e non è nemmeno quella maglietta, che ha valore solo per te. Lui è colui che la moda l'ha scritta, e il suo nome significa qualcosa per tutti.
Lui è lo stilista. È quello che ha confezionato gli assist più incredibili, quello che ha ritagliato, tra le maglie avversarie, spazi per le sue traiettorie. È quello che ha cucito, nei cuori dei tifosi, ricordi indelebili. Le mode passano, chi le inventa resta. Resta, ma deve sapersi adattare. Resta, ma prima che il suo bene deve volere quello di coloro che lo seguono. Coloro che lo amano, e non lo dimenticheranno mai. Che giochi, ma soprattutto che non giochi.
Un abbraccio Francesco, come quel giorno di tanti anni fa a Trigoria dopo lo scudetto.
Alessandro P.
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