A Roma nominata la seconda rettrice «Faremo da traino al resto d'Italia»

A Roma nominata la seconda rettrice «Faremo da traino al resto d'Italia»
di Franca Giansoldati
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Sabato 9 Settembre 2023, 11:56

Il gender gap negli atenei italiani si riduce di un altro po'. Con la nomina di Mariagrazia Russo a capo della Unint, l'università di studi internazionali di Roma, la Capitale arriva ad avere due rettrici dopo Antonella Polimeni alla Sapienza. Si tratta dell'undicesimo magnifico rettore donna, su un totale di 85, a tanti ammontano i partecipanti alla Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane nella quale è preponderante la componente maschile.
«Penso che la componente femminile stia prendendo il giusto posto, il posto che merita ma ormai non credo sia più una novità in senso assoluto. In Italia abbiamo un Presidente del Consiglio donna, il ministro dell'Università e della Ricerca. Il fatto che vi siano due rettrici nella capitale è comunque un segnale importante, quasi simbolico, che rispecchia il ruolo di traino che spetta a Roma per il resto dell'Italia».
Sessantasei anni, romana de' Roma da generazioni, con una robusta gavetta alle spalle iniziata alla università della Tuscia dove ha insegnato per 15 anni e una formazione completata a Parigi Mariagrazia Russo sembra schermirsi di fronte a tanto clamore.

MERITO

«In fondo il mio è stato un cammino impegnativo che ha accompagnato tutta la mia vita accademica». Come dire che non si è trattato tanto di una scelta di genere, piuttosto di una nomina guadagnata sul campo in tanti anni di lavoro, specializzandosi sulla storia della cultura lusofona di cui è una delle maggiori esperte a livello internazionale.
«Mi hanno chiesto se volevo essere chiamata rettore o rettrice. Non ho avuto dubbi, ho scelto la seconda formula. La preferisco perché è il femminile e in termini linguistici rispecchia il cammino collettivo che stiamo vivendo. Le lingue sono strumenti elastici, che mutano e si aggiornano alle nuove esigenze. Fanno da filtro alla rappresentazione che vogliamo dare della realtà. In questo caso il cammino delle donne è in itinere ed è, a mio parere, corretto che venga assorbito dalla lingua. Naturalmente non critico chi preferisce il contrario. Tempo fa mi è capitata una segretaria che aveva il compito di verbalizzare le riunioni accademiche e mi ha chiesto espressamente di essere appellata segretario».


Russo che è una grande appassionata di viaggi che fa appena può con il marito giornalista (soprattutto nei paesi di lingua portoghese) e di letteratura (Saramago e Pessoa in testa) ha sintetizzato la nuova sfida all'università internazionale di Roma anche ieri mattina durante l'open day con gli studenti, maschi e femmine in egual misura. «Se un tempo le lingue come materia per un corso di laurea venivano scelte soprattutto dalle studentesse, adesso la preferenza tende ad essere distribuita meglio, del resto l'internazionalizzazione del mondo del lavoro ha impresso una differente percezione. I ragazzi che studiano economia, per esempio, sanno che senza le lingue faranno ben poca strada». L'idea di Russo è di offrire ai 2500 studenti la possibilità di potenziare l'uso delle tecnologie senza dimenticare di irrobustire i sette corsi di laurea previsti in lingue, economia e scienze politiche. «Il mondo del lavoro punta sullo sviluppo tecnologico, l'internazionalizzazione, la flessibilità. Per noi cosa significa? Certamente aumentare le reti con altri atenei non solo europei. Penso che occorra guardare ben oltre a Brasile e Cina, prendendo in considerazione l'Africa e poi alcuni paesi asiatici finora rimasti un po' in disparte con una rete capace di racchiudere tutte le realtà del mondo».

STORIA

Se in passato l'istruzione universitaria restava una prerogativa degli uomini, oggi le donne rappresentano il 60% dei laureati in Italia, con performance migliori sia in termini di studi sia di votazione finale (Rapporto AlmaLaurea 2022). Un dato che, dice Russo, fa ben sperare sul fronte della disparità di genere. «Vorrei ricordare che all'inizio Novecento l'istruzione universitaria femminile non era vista di buon occhio. Il ruolo della donna era ancora legato a quello di casalinga, moglie e madre. S olo nel 1992 c'è stata una magnifica rettrice donna, Bianca Maria Tedeschini Lalli a Roma Tre, una donna che vorrei ricordare e renderle omaggio».

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