I SOLDI
Sul piatto Spohr, secondo quanto risulta al Messaggero, è disposto a mettere circa 250 milioni, ma non è escluso che si possa anche raddoppiare in funzione degli accordi che potranno essere raggiunti con il governo e i fornitori. E che il lavoro, giudicato prezioso dei commissari, continui a ridurre i costi e ad aumentare la redditività. Come accaduto del resto sul fronte dei contratti per il carburante (tutti rivisti al ribasso), del leasing e dell’efficientamento della flotta. Risparmi per oltre 140 milioni che hanno dimostrato la capacità di Gubitosi & Co nella gestione operativa e, di converso, la scarsa attenzione di quella targata Etihad. Risparmi che Lufthansa potrebbe ulteriormente incrementare, giurano a Colonia, attraverso le sinergie di gruppo.
LE CIFRE
Il piano Lufthansa esclude l’handling (circa 3.100 dipendenti), che, come noto, è entrato nel mirino di altri operatori che si sono fatti avanti con proposte concrete. Al netto dei servizi di terra, il sacrificio sul fronte occupazionale non dovrebbe superare le 2.000 unità.
GLI OCCUPATI
Un numero elevato ovviamente, ma dal quale potrebbe partire la trattativa vera e propria con governo e sindacati. Sullo sfondo la proposta di Cerberus - pronto a rilevare tutti gli asset - non convince l’esecutivo e una parte dei commissari. Si sa infatti che il Fondo Usa mira ad acquisire l’intero pacchetto per poi rivenderlo a pezzi, senza dare nessuna garanzia occupazionale futura. La proposta tedesca, anche se migliorabile agli occhi del governo, appare quella più seria e credibile, almeno sotto il profilo strettamente industriale. Perché gli americani, tra l’altro, dovrebbero superare il vincolo del passaporto, non potendo acquistare la maggioranza della società italiana in quanto extra comunitari.
Come ai tempi della contesa con Air France, i tedeschi farebbero di Fiumicino il loro quinto hub, mentre Milano, ovvero gli scali di Linate e Malpensa, sarebbero valorizzati per i voli point to point e il federaggio verso gli hub. Il piano di Spohr, che ha avviato contatti diretti con i commissari, dovrebbe ricalcare il percorso della svizzera Swiss, riportata in vita dopo il fallimento di Swissair, ma con una strategia differente tra Nord e Centro-Sud Italia. Fiumicino, come accennato, sarà invece il cuore operativo per le destinazioni transatlantiche verso Stati Uniti e centro e sud America. Previsto anche uno sviluppo delle rotte in Italia. Degli attuali 123 velivoli dovrebbero restarne operativi circa 90-100. Il punto chiave, come hanno detto i commissari e il governo, resta quello occupazionale. Meno tagli ci saranno e più il piano potrà decollare. I tedeschi sono comunque pronti, anche se non è scritto nel piano, a reinvestire in maniera massiccia su Alitalia dopo aver avviato la cura dimagrante. Di certo eviteranno di fare promesse che poi non si possono mantenere. Il modello da seguire è quello di Swiss Air che, dopo il fallimento e una cura lacrime e sangue, ha ripreso ad assumere e a crescere sul mercato, macinando utili.
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