I TEMPI
L'autorizzazione europea in realtà non è ancora arrivata: la questione dovrebbe essere affrontata la prossima primavera. Intanto però il governo ha deciso di spostare queste risorse su un'altra voce, la sicurezza, con un impegno di almeno 2 miliardi. Il taglio dell'Ires per il 2016 sarebbe invece costato 2,6 miliardi in termini di minor gettito.
Altri 500 milioni legati alla clausola migranti erano (e presumibilmente restano) destinati all'edilizia scolastica. È possibile quindi che la mossa annunciata ieri dal premier - se la richiesta italiana sarà accettata a Bruxelles nei termini originari - liberi ulteriori risorse per le altre esigenze della legge di stabilità che è appena approdata alla commissione Bilancio della Camera.
LA SCELTA
Di fatto l'Italia sceglie usare la flessibilità ipotizzata a seguito dell'emergenza umanitaria per fronteggiare un'altra emergenza, il terrorismo, anticipando il possibile ricorso ad una diversa clausola, quella della sicurezza, invocata dal presidente francese Hollande e tuttavia ancora meno definita dell'altra a livello europeo. Resta da vedere quale sarà l'atteggiamento della commissione, dalla quale finora sono venuti segnali incoraggianti anche se un po' vaghi.
LA PROSPETTIVA
La posizione italiana potrebbe essere rafforzata dalla volontà di indirizzare le risorse aggiuntive verso una finalità condivisa come quella del contrasto al terrore: alcune delle misure di cui ha parlato il premier dovrebbero però, apparentemente, entrare in vigore dal primo gennaio e dunque non è chiaro se il governo potrà attendere aprile (mentre l'intervento sull'Ires poteva comunque scattare a giugno con il primo acconto).
IL DISEGNO
Certamente viene meno il disegno che prevedeva di affiancare alla riduzione del prelievo fiscale sugli immobili - misura-simbolo di questa manovra - un corrispondente intervento di alleggerimento a beneficio del mondo produttivo. Per il prossimo anno le imprese potranno comunque sfruttare l'ammortamento maggiorato (140 per cento) per gli investimenti. Il taglio dell'Ires è invece rinviato al 2017, anno in cui l'imposta sul reddito delle società dovrebbe scendere fino al 24 per cento con un ulteriore riduzione del gettito per l'erario.