Sole 24 ore, Fossa nuovo presidente. Sciopero dei giornalisti contro l'annuncio del piano «lacrime e sangue»

Sole 24 ore, Fossa nuovo presidente. Sciopero dei giornalisti contro l'annuncio del piano «lacrime e sangue»
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Lunedì 14 Novembre 2016, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 15:16
L'assemblea degli azionisti del gruppo Il Sole 24 Ore ha nominato il nuovo cda indicato dall'azionista di maggioranza Confindustria, che è composto dall'ex presidente dell'associazione degli industriali Giorgio Fossa (nuovo presidente del gruppo editoriale), dall'altro ex numero uno di viale dell'Astronomia, Luigi Abete, dalla funzionaria di Confindustria Francesca Di Girolamo, che potrebbe lasciare in caso di cooptazione del nuovo amministratore delegato, da Edoardo Garrone, Luigi Gubitosi, Giuseppina Nengano, Patrizia Micucci, Marcella Panucci, Carlo Robiglio, Livia Salvini e Massimo Tononi. 

All'assemblea erano assenti sia il presidente uscente Carlo Robiglio, per motivi personali, sia l'amministratore delegato dimissionario, Gabriele del Torchio, che venerdì scorso si è congedato dai dipendenti. E' stato il vice presidente pro tempore Luigi Abete a presiedere l'assemblea, che ha nominato il nuovo cda. Oltre ad Abete, a rappresentare il cda, c'è solo la consigliera Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria, che controlla il quotidiano.

Intanto, i giornalisti de Il Sole 24 Ore hanno proclamato uno "sciopero immediato", secondo quanto riferito dal portavoce del comitato di redazione, Giovanni Negri, intervenuto all'assemblea per protestare contro la minaccia di licenziamenti, fatta dal numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha anticipato un "piano lacrime e sangue", per risanare i conti del quotidiano, che negli ultimi nove mesi dell'anno ha perso milioni di euro.

Nel corso dell'assemblea l'azionista Nicola Borzi ha sollevato anche la questione degli esposti alla Consob, fra cui quello sulle presunte copie digitali gonfiate. Ha risposto il presidente del collegio sindacale, Luigi Biscozzi, affermando che il gruppo editoriale ha interrotto ogni rapporto con la società britannica DI Source nell'aprile 2016. L'accusa era che, attraverso DI Source, sia stato gonfiato il numero di copie digitali vendute dal gruppo. Sulla questione delle indagini è intervenuta anche Confindustria, affermando che valuterà eventuali azioni di responsabilità a carico di eventuali colpevoli. 




 
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