Make-up & Co, una filiera da 36 miliardi di euro. La cosmetica vola anche grazie all'effetto autostima

Nel 2023 fatturato a +10,9%. Positano (Cosmetica Italia): «Alla base la ricerca costante». Grasso (Cdp): «Dalla moda alla chimica, filiera completa»

Make-up & Co, una filiera da 36 miliardi di euro. La cosmetica vola anche grazie all'effetto autostima
di Alessandra Camilletti
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 15:29

Mozzanica, provincia di Bergamo.

Cassa Depositi e Prestiti finanzia per 5 milioni di euro Art Cosmetics, azienda attiva nella produzione di make-up e skincare contoterzi con oltre 600 dipendenti, più di 300 clienti nel mondo e un fatturato di 105 milioni, per l'85% estero e con una strategia di internazionalizzazione iniziata nel 2001 con l'apertura di uffici commerciali a New York, Seoul, Londra, Parigi, Shanghai. «Cdp ha accordato ad Art Cosmetics un finanziamento a cinque anni, in linea con la missione di sostenere la crescita delle imprese nel medio lungo termine – spiega Gianluca Grasso, responsabile Cdp Relazioni imprese imprese Lombardia – Le risorse ottimizzano il sito di Mozzanica, impianto altamente innovativo sia dal punto di vista tecnologico sia della sostenibilità». Storie dalla Beauty Valley.

IL SETTORE

Il quadrilatero della bellezza si trova tra le province di Cremona, Monza e Brianza, Bergamo e Milano. «Area di eccellenza della Lombardia dove, partendo da attività di puro terzismo, si è creata una specializzazione in tutta la regione. E che ora va oltre, con imprese che si pongono come terzisti del sistema di produzione», sottolinea Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, l’associazione che rappresenta oltre 640 aziende di settore (rappresentative del 90% di fatturato). In Lombardia si concentra il 55% delle imprese cosmetiche. Poi Emilia-Romagna (10,5%), Veneto (6,6) e Toscana (6%). I fatturati 2022 confermano: il 66% matura in Lombardia. Il valore della produzione contoterzi in Italia è di 1.810 milioni (e si prevede nel 2023 arrivi a 2 miliardi): il 76% in Lombardia. «Si calcola che in Europa 67 donne su 100 si trucchino con i prodotti realizzati in Italia, nel mondo è il 55% – aggiunge Positano – Una leadership che spiega la salute del settore, che cresce in Italia molto più di altri, avanti a comparti come quelli di pasta, moto e barche di lusso». Riavvolgiamo il nastro. Si calcola che ognuno di noi usi in media otto cosmetici al giorno. E non è solo beauty routine.

Il 72% dei consumatori italiani – dice l’European Consumer Perception Study 2022 di Cosmetics Europe – considera i cosmetici beni per accrescere l’autostima. Ecco. Un valore sociale, oltre che economico. A guardarlo comunque dal lato dei numeri, si stima che il fatturato dell’industria cosmetica italiana raggiungerà nel 2023 i 14,8 miliardi: +10,9% sul 2022. E le previsioni per il 2024 ci proiettano a 16 miliardi. Nel 2022 il sistema della cosmetica ha prodotto valore condiviso, cioè una ricchezza generata dalla filiera, di 25,1 miliardi, l’1,31% del Pil.

Se si considera l’intero sistema, dalla creazione dei cosmetici ai macchinari per la produzione e il confezionamento, al packaging, alle materie prime, alla distribuzione, alla logistica e al retail, il fatturato generato arriva a 36 miliardi. «Se si può parlare di crisi da febbraio 2020 a un anno dopo causa pandemia, si può dire che il settore si è ripreso proprio perché i cosmetici non sono beni di consumo voluttuario, ma essenziale. Si usano per stare bene con sé e con gli altri. E per prevenire, basti pensare alla protezione solare», spiega Positano. «La pandemia ha lasciato strascichi, ma ha anche dato il la a nuovi consumi. Pensiamo all’ingresso di elementi idratanti nei make-up, alla funzione di protezione solare nei rossetti, nelle creme viso e corpo e nei trucchi. Una rivoluzione attuata grazie all’investimento costante in ricerca e innovazione, pari al 6% del fatturato delle imprese, il doppio della media nazionale». E che si traduce anche in un incremento di occupazione (nell’ultima Indagine congiunturale il 39% di intervistati ha dichiarato maggiori investimenti in risorse umane). La filiera corta, in tempi di carenza di approvvigionamenti, ha fatto il resto. Un circuito virtuoso che ha consentito di assorbire la leva inflazionistica – si spiega – riducendo le marginalità: il riflesso a valle è del 7,5%, contro un aumento medio del largo consumo confezionato, rilevato a metà 2023, del 12,1%. Un andamento positivo su cui nel 2022 avevano inciso le esportazioni cresciute del 18,5%, a 5,8 miliardi. Per la prima volta maggiore Paese di destinazione dell’offerta italiana erano risultati gli Stati Uniti, che nel 2023 fanno il bis. L’export è il 40% del fatturato totale: a fine anno sarà a 6,7 miliardi (+15%) e le stime 2024 indicano un +10%. I consumi del mercato italiano raggiungeranno nel 2023 i 12,4 miliardi (+8,2%), con previsioni a 13,1 nel 2024. Numeri da orgoglio italiano. Il 2023 segnerà un +22,2% di fatturato sul 2019, anno pre Covid. Ricordate il crollo dei consumi di rossetti e lucidalabbra legati a lockdown e mascherine nel 2020? Segnarono -35,8%. Ora un dato elaborato da Circana sui cosmetici lusso, ripreso da Cosmetica Italia con l’Indagine congiunturale, dice che nei primi sei mesi 2023 l’acquisto di rossetti dal prezzo medio superiore a 35 euro è cresciuto del 10% sull’anno completo 2022.

CASE HISTORY

 Una resilienza che proprio in Lombardia trova spinta. E che parla di sostenibilità. Ripartiamo dall'esempio iniziale. «EcoVadis, ente certificatore globale sulle performance di sostenibilità, ha qualificato tutti i criteri Esg di Art Cosmetics nell'ambito del top 1% delle aziende con le migliori performance su scala mondiale», spiega Grasso. La filosofia: «Cdp ha sostenuto un operatore altamente innovativo, che utilizza packaging di nuova generazione con componenti sostenibili e riciclabili. Una realtà all'avanguardia che anche grazie al nostro intervento aumenta produttività, efficienza e competitività». Un valore aggiunto del settore: «Attorno alla cosmetica convergono comparti radicati. L'industria chimica e farmaceutica , per esempio, tra i più brillanti d'Europa, con la bellezza è riuscita ad esplorare nuovi business. Moda, design e packaging sono funzionali a completare il prodotto. Sosteniamo dunque il made in Italy».

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