Arrivano i buoni spesa anti-furbetti. È questa la novità delletranche di aiuti edizione 2021 alle famiglie bisognose per gli acquisti di beni alimentari e di prima necessità. Sono i singoli Comuni, in autonomia, a stabilire i nuovi paletti per limitare i dati falsi per gonfiare i nuclei familiari, le domande mezze in bianco accolte da funzionari distratti, ma anche montagne di indebite richieste da chi ha già un lavoro o è pensionato o riceveva addirittura Reddito di cittadinanza o indennità di disoccupazione. L’obiettivo è netto: far arrivare gli aiuti - fino a 700 euro per le famiglie più numerose - dove ce n’è davvero bisogno, visto che ancora in questi giorni la Guardia di Finanza è a caccia dei furbetti dei buoni 2020, pronti ad approfittare dei bandi non troppo blindati lanciati l’anno scorso per venire incontro in fretta a chi faceva fatica a fare la spesa giornaliera dopo la crisi da Covid.
LA NUOVA TORNATA
Non era scontato che la rotta dei buoni spesa fosse confermata dal governo Draghi, più proiettato sugli investimenti e sul lavoro che su bonus e sussidi.
L’INDICE DI POVERTÀ
Va ricordato che anche per i nuovi buoni la quota che spetta ad ogni Comune è fissata in base al numero di abitanti e all’indice di povertà. Inoltre, la scelta delle famiglie beneficiarie, le modalità di assegnazione e le procedure per fare domanda sono stabilite dal sindaco. Dunque, la scelta di Roma è chiara: attivare quest’anno una procedura più veloce, più efficace e più sicura; che abbia quindi già nel Dna certi paletti anti-furbetti capaci anche di risparmiare tempo e denaro per i controlli successivi. Dunque, se l’anno scorso era possibile inviare la domanda per il buono spesa, via mail e con la sola autocertificazione, al Municipio competente o al Dipartimento Politiche Sociali, oppure, in alternativa, recandosi presso le edicole convenzionate, quest’anno il registro è cambiato. Le domande possono essere presentate fino al 15 giugno esclusivamente attraverso i Caf convenzionati con Roma Capitale.
Che quindi provvedono a verificare di persona certi requisiti, a partire dai documenti per la dichiarazione Isee, che certifica la condizione economica delle famiglie. E per ottenere da 200 a 600 euro (20 i milioni a disposizione), è necessario avere un Isee non superiore a 8mila euro, essere residenti a Roma e avere cittadinanza italiana o dell’Unione Europea, o cittadinanza di Paesi terzi con permesso di soggiorno valido. L’anno scorso sono arrivate oltre 100mila domanda, con 70mila erogazioni dopo la scrematura tra domande doppie e requisiti inesistenti.
BOLOGNA SEMPLIFICA
A Venezia, invece, una delle novità rispetto all’anno scorso è l’addio alla distribuzione manuale dei tagliandi, non più cartacei. Tutto è affidato al digitale, a un portale dedicato alla presentazione, ricezione e controllo delle domande. A Bologna, infine, la terza fase dei buoni avverrà con una modalità di valutazione semplificata attraverso il ricevimento dei cittadini agli sportelli sociali dei sei quartieri della città. Il peggioramento delle condizioni economiche dovrà essere dimostrato personalmente, con tanto di documenti. Priorità a chi non ha ancora usufruito dei buoni spesa. E guai a fare i furbi. Le sanzioni in caso di indebita percezione possono superare i 25.000 euro. Oppure il triplo delle somme percepite.