Frosinone, il sindaco: "Caos migranti,
un numero verde contro le irregolarità"

Il sindaco di Frosinone Ottaviani
di PIERFEDERICO PERNARELLA
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Lunedì 7 Agosto 2017, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18:00
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Un numero verde per segnalare episodi di turbamento dell'ordine pubblico e del decoro che vedono protagonisti richiedenti asilo presenti nel territorio ciociaro. A lanciare l'iniziativa è il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, il cui obiettivo è quello di mettere a nudo le distorsioni di un sistema dell'accoglienza che, così come funziona, dice il primo cittadino del capoluogo, «non è più tollerabile». «Se alcuni operatori privati - scrive Ottaviani - percepiscono dallo Stato dai 38 ai 40 euro al giorno, per l'assistenza completa per ogni profugo, per poi abbandonarli a vagabondare quotidianamente, nell'ozio più totale, in giro per i quartieri, dovrà pure esserci un meccanismo minimo per ripristinare la legalità e anche la decenza».
Come difendersi, dal momento che i sindaci, come più volte ribadito anche dal Tar, non hanno competenza in materia? Dando, secondo il Comune di Frosinone, la possibilità ai cittadini di segnalare i casi più incresciosi: «A breve, per monitorare quanto sta avvenendo e per attenuare la degenerazione di questo fenomeno, non più tollerabile, istituiremo al Comune di Frosinone un numero verde per segnalare gli episodi e gli elementi che saranno trasferiti alla conoscenza dell'autorità giudiziaria, oltre che della Prefettura e della Questura, affinché le vere espulsioni, almeno dal circuito economico, siano relative a quei soggetti che fanno mercimonio illecito delle disavventure che colpiscono i profughi, unitamente alla presentazione delle denunce verso i singoli soggetti responsabili di sopraffazioni e violenze verso i cittadini, italiani o stranieri, della nostra collettività».
Piuttosto che contro l'accoglienza in sé, il sindaco di Frosinone punta il dito contro lo stato di abbandono in cui vengono lasciati i richiedenti asilo. Un aspetto che chiama in causa le cooperative che si occupano o dovrebbero occuparsi della loro sistemazione. Intesa non solo come vitto e alloggio, ma anche come gestione del loro tempo: corsi di formazione e quant'altro.