Colpo grosso nella gioielleria
"Campoli" a Tecchiena, tre ciociari
e un albanese finiscono a processo

Colpo grosso nella gioielleria "Campoli" a Tecchiena, tre ciociari e un albanese finiscono a processo
di Marina Mingarelli
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Domenica 14 Gennaio 2018, 17:37
Rapina a mano armata alla gioielleria “ Campoli” a Tecchiena di Alatri, quattro persone rinviate a giudizio. L’assalto al negozio di preziosi si è verificato i primi di settembre del 2014 quando tre banditi, a volto travisato e con pistola in pugno, fecero irruzione nel punto vendita e sotto la minaccia delle armi si fecero consegnare i monili per un ammontare di circa 250mila euro.

LE INDAGINI
L’intensa attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Alatri non aveva approdato a nulla. Ma proprio mentre stavano seguendo un filone di indagine su una grossa operazione di droga (Operazione Vetus) ascoltando una intercettazione telefonica avevano udito qualcuno che parlava di una consegna di preziosi presso un compro oro di Roma. Da qui l’intuizione che l’interlocutore, tale Antonio Di Mario, aveva a che fare con la rapina alla gioielleria di Tecchiena. Tanto più che dall’altro capo del filo aveva detto di aver avuto paura di prendere l’auto perché temeva di poter essere fermato dalle forze dell’ordine, e che aveva preferito viaggiare in treno con la moglie. Gli investigatori giunti nel negozio di Roma avevano trovato alcuni bracciali ed anelli che facevano parte della refurtiva. Ma dei gioielli di cui si era parlato per telefono nessuna traccia. Gli inquirenti avevano ipotizzato che potevano essere stati acquistati e rivenduti utilizzando falsi documenti. A seguito di quelle intercettazioni gli investigatori avevano cominciato ad avere in mano alcuni nomi. Ad inchiodare uno degli indagati una foto segnaletica. Il titolare della gioielleria aveva riconosciuto gli occhi di uno dei banditi, pur con il volto coperto da un passamontagna. Una volta chiuso il cerchio la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Di Mario 35 anni di Ceccano, Marianna D’Emilio 55 anni, Pasquale Cimonte ceccanese di 48 anni ed un albanese di 35 anni. Il giudice ha deciso di trascinarli alla sbarra. La prima udienza si terrà il prossimo febbraio.

LE CONTESTAZIONI
La posizione più delicata in questo momento è quella di Cimonte che avrebbe atteso il complice albanese in auto con il motore acceso mentre all’interno della gioielleria veniva messo a segno il colpo. L’uomo dovrà rispondere di rapina. Per quanto riguarda invece Antonio Di Mario e Marianna D’Emilio questi ultimi dovranno essere processati per il reato di ricettazione in concorso perché, si legge nel decreto di citazione a giudizio, al fine di trarne profitto in concorso tra loro acquistavano e/o ricevevano con la consapevolezza della provenienza delittuosa ingente quantitativo di anelli bracciali e catenine provento della rapina». Nel collegio difensivo gli avvocati Tony Ceccarelli, Luigi Tozzi e Filippo Misserville.
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