Frosinone, Omicidio della prof di Sora: per Meluzzi
Palleschi è capace di intendere e di volere

Antonio Palleschi
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 19 Gennaio 2017, 16:44
 “Antonio Palleschi è capace d’intendere e di volere”. Questa la conclusione cui è giunto il professor Alessandro Meluzzi, consulente della famiglia di Gilberta Palleschi, la professoressa uccisa a Sora nel 2014. Una conclusione diversa da quella del perito della Corte d’assise d’appello di Roma dove, dopo la condanna all’ergastolo inflitta dal Gup del tribunale di Cassino, si sta svolgendo il processo di secondo grado. Ferracuti aveva concluso, in estrema sintesi, attribuendo al muratore 43enne reo confesso, la capacità grandemente scemata al momento del fatto, ma riconoscendogli la gravissima pericolosità sociale.
Antonio Palleschi ha uno stato di salute compromesso a causa di un trauma cranico. Una dato scientifico riconosciuto pacifico, ma il professor Meluzzi sostiene che avrebbe dovuto avere una condotta di vita platealmente non controllata, cosa che a suo dire, non sarebbe avventa.
Scrive Meluzzi: “Pur concordando sulla inferenza della lesione sulla natura psichica del soggetto, ritengo che, proprio per queste vie di compenso, esistesse una capacità di intendere e di volere sostanzialmente mantenuta, se non per la maligna volontà di utilizzare il corpo femminile con una selettività e un’adeguatezza malevola”.
Meluzzi, infine, concorda a pieno con Ferracuti sulla pericolosità sociale. “Concordo con l’accurato lavoro del Ctu sul fatto che il Palleschi sia un soggetto ad alta pericolosità sociale per la tendenza a reiterare reati violenti della stessa natura e, a mio giudizio, da custodirsi esclusivamente in un regime carcerario ordinario, non essendovi ragionevoli interventi terapeutici e riabilitativi di natura clinico psichiatrica ai quali possa essere efficacemente condotto per un percorso di riabilitazione extracarceraria”. Conclude così il professor Meluzzi che, assieme all’avvocato Massimiliano Contucci, per conto della famiglia della professoressa uccisa ha più volte incontrato proprio per espletare la consulenza il reo confesso all’interno del carcere di Cassino.
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