Frosinone, stazione chiusa
e dissuasori metallici per i senzatetto
I volontari trovano una casa per tre

I dissuasori per impedire alle persone di coricarsi alla biglietteria
di Alessandro Redirossi
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 22:08
Porte chiuse alla stazione di Frosinone e dissuasori metallici per i senzatetto. Succede da oltre 15 giorni allo Scalo, dove le Ferrovie chiudono l’accesso pubblico alla stazione da poco dopo la mezzanotte (ultimo treno) fino a poco dopo le 4 del mattino. Ma come è maturata questa decisione? A sentire il personale delle Ferrovie presente alla biglietteria della stazione la scelta sarebbe nata dalla constatazione di situazioni di degrado e atti di vandalismo. In una zona che, come tante stazioni d’Italia, nelle stagioni più fredde rappresenta una sorta di "ammortizzatore sociale" per chi non ha un tetto. “Purtroppo quest’area si trasformava in un bagno e un dormitorio all’aperto - dicono alcuni dipendenti - Inoltre era terra di nessuno, sono state addirittura rimosse le sedie per i pendolari da ignoti. Alcuni clienti avevano paura di entrare, c’erano anche persone che bevevano. C'era anche un problema sicurezza. Per l'atteggiamento di alcuni hanno pagato tutti. A noi ovviamente dispiace perché abbiamo sempre teso una mano a chi ha bisogno”. La decisione delle Ferrovie è arrivata in questo contesto. Ora, oltre alle nuove sedie per i pendolari, nell'atrio della stazione sono apparsi addirittura dei dissuasori per chi vuole coricarsi: “spuntoni” metallici piazzati sul davanzale dello sportello al pubblico della biglietteria.
LA MANO TESA DEI VOLONTARI DI DON ERMANNO
Al netto delle ragioni delle Ferrovie, di fatto la povertà che dilaga in città si è vista chiudere in faccia anche una delle ultime porte rimaste aperte. Don Ermanno D’Onofrio , della Fondazione del Giardino delle Rose Blu, ha deciso assieme ai suoi volontari di offrire un tetto ad alcuni dei frequentatori notturni della stazione. Daniele, ex elettricista in un’azienda ora fallita; Pasquale e Roberta, che lavoravano in un laboratorio artigianale che ha chiuso i battenti a Frosinone. “Abbiamo offerto loro un tetto, prendendo in affitto un’abitazione – dice don Ermanno – Oggi come oggi chiunque potrebbe trovarsi nella situazione di queste tre persone. Il nostro è un supporto provvisorio, stanno cercando lavoro. Constatiamo la pressoché totale assenza delle Istituzioni e degli Enti. Sono rimasto allibito quando, dopo la mezzanotte, in stazione ho visto i vigilantes chiudere con il catenaccio per evitare che le persone dormissero nell’atrio. E mi chiedo: in una società civile l’unico intervento che riusciamo ad attuare è un catenaccio per chiudere? Ringrazio però il posto di Polizia della stazione e i ferrovieri che hanno dimostrato sempre umanità”. Ovviamente non è la stazione il luogo adatto per chi non ha un tetto. Per questo il sogno di don Ermanno è quello di creare un Villaggio della solidarietà in piazzale Europa, dove ospitare persone in difficoltà nei locali in abbandono concessi dalla Regione. “Diverse persone e associazioni hanno risposto al nostro appello per donare risorse per il progetto del Villaggio. Per ora abbiamo racimolato 20mila euro, con cui iniziamo i primi interventi sui locali. E’ ovvio che servirebbe molto di più e un supporto anche degli Enti pubblici".
IL CASO DEL SOTTOPASSO
Polemico sulla chiusura anche il Comitato di quartiere Laboratorio Scalo. “Con la chiusura notturna il sottopasso della Stazione, che svolge un ruolo di "ricucitura" fra le zone dello Scalo, diventa inutilizzabile - sottolinea dal Comitato Anselmo Pizzutelli – Dove dovrebbero passare ora i cittadini? E' stata una decisione unilaterale dalle Ferrovie? Il Comune è stato informato e cosa intende fare per i collegamenti pedonali del quartiere?”. Il sindaco Nicola Ottaviani spiega di non aver ricevuto comunicazioni dalle Ferrovie sulla chiusura notturna.
  
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