«Sono un medico grazie a Barbie», la collezione record della dottoressa Gabriella Lucchi

L'angiologa racconta della sua compagna di gioco: è stata uno stimolo. Ha collezionato fino a 500 bambole esposte in una mostra di beneficienza

La dottoressa Gabriella Lucchi con le prime Barbie risalenti agli Anni 60
di Marina Testa
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Martedì 1 Agosto 2023, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 07:43

«Sono diventata un medico anche grazie a Barbie». Gabriella Lucchi, affermata angiologa di Frosinone, non nasconde la sua passione per la bambola icona in questi giorni alla ribalta dei clamori cinematografici grazie al film dedicato alla sua storia e al suo mondo.

E’ il mondo in cui milioni di bambine si sono immerse, affascinate dalla perfezione e dallo stile di una donna, seppur giocattolo, capace di trasformarsi in tanti profili, professioni, abilità e che prese il posto o affiancò i teneri bambolotti. Un’evoluzione e una diffusione planetaria iniziata nel 1959, anno di fabbricazione della prima Barbie. Ed è stato così anche per la dottoressa Lucchi che in quarant’anni ha collezionato quasi 500 Barbie. Una passione che ha voluto declinare anche a scopo benefico con una mostra allestita nel 2016 nel centro storico di Frosinone a favore dell’Associazione per la vita “Carlo Donfrancesco”.

 

«Avevo 5 anni quando ho cominciato a guardare Barbie con interesse.

Ammirata, direi. - racconta - Ben presto abbandonai il bambolotto e lei divenne la mia alleata nel gioco, capace di stupirmi ogni volta e stimolare l’immaginazione. L’anno ‘88 segnò l’inizio del collezionismo perché uscì Barbie Gran Gala in una confezione con il piedistallo. Da quel momento, ogni anno me ne facevo regalare una a Natale. Anche Barbie Magia delle Feste entrò nella mia raccolta, esposta con tutta la scatola. E poi nel tempo arrivarono tutte le altre: scelte, cercate, acquistate».

Con la scatola vale di più

Ci sono diverse accortezze per mantenere il valore di una collezione di Barbie. Una delle prime è conservarla nella scatola di confezionamento. «Altri accorgimenti sono importanti per evitare acquisti ingannevoli - – spiega ancora la dottoressa Lucchi – Se il giocattolo è nel box, sul mercato del collezionismo vale molto di più. Altrimenti occorre fare attenzione ad una serie di dettagli, come il luogo di produzione o i codici impressi sulla sagoma: se il “made” è differente tra schiena e collo, ad esempio, vuol dire che la bambola è stata smontata e rimontata con componenti non originali».

Attenzione ai falsi vintage

La Barbie mania è esplosa anche sul web dove si possono scambiare informazioni e fare compravendite. Ma è importante non cadere in messaggi fallaci. “Se propinano una Barbie vintage non è detto che lo sia veramente. Per questo è opportuno apprendere qualche consiglio in più prima di comprare. Esiste anche un libro con valide indicazioni”.

Anche il numero di pezzi prodotto determina il valore di una bambola Mattel: meno ce ne sono in circolazione e più sono preziose. O anche la storicità, probabilmente quella più rara è la prima in commercio con il costume a strisce.

Come quella bambola sposa

L’inarrivabile perfezione di Barbie ha sempre diviso le opinioni sulla sua influenza nella psicologica delle bambine. Mortificazione o stimolo? Per la dottoressa Lucchi è stato un fattore positivo nella crescita personale. «Probabilmente il film ha voluto riabilitare la figura di Barbie, alla fine lei sceglie di diventare una persona reale difetti compresi. Mantenendo però la sua solida personalità. Pur essendo stupenda in maniera stucchevole, Barbie è stato uno sprone importante. Quando è uscita sul mercato Barbie Dottoressa ero felicissima perché mi sono detta: anche io posso diventare un medico, come mio padre. E anche le donne possono svolgere questo lavoro. Poi c’è il matrimonio. Barbie si veste da sposa, ma non si sposa mai. Io mi sono sposata e ho trasformato Barbie in me. Nella mostra, fotografata magistralmente da Stefano Strani, c’è Gabriella Sposa, una Barbie che riproduce esattamente la mia figura nel giorno delle nozze: pettinatura, trucco, abito. Un capolavoro».

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