Non solo cocaina e hashish, ma in quell'appartamento di viale Parigi a Frosinone venivano smerciate anche dosi di crack. Più volte carabinieri e polizia, che hanno lavorato in sinergia e che stavano monitorando l'intero quartiere, avevano fermato degli assuntori che avevano acquistato lo stupefacente proprio da Lucio Coccia, cognato dei fratelli Mandica che al momento insieme all'uomo sono stati raggiunti da custodia cautelare in carcere. Quest'ultimo era stato immortalato da una telecamera mentre si trovava nell'androne del palazzo. Spesso in quel posto stazionava sempre una "vedetta". In quel frangente però Coccia si era diretto verso i secchi della raccolta differenziata ed aveva deposto all'interno di un secchio giallo con coperchio un involucro. Subito dopo si era avvicinato ad una persona che gli aveva consegnato 40 euro. Le telecamere installate dalle forze dell'ordine hanno dato quei riscontri che sono serviti in seguito ad incastrare tutti i componenti della presunta organizzazione dedita alla spaccio.
GLI ESCAMOTAGE
Per evitare di essere intercettati le persone coinvolte utilizzavano riferendosi alla droga, parole convenzionali. In alcune telefonate che sono state poi intercettate si sente qualcuno che dice: «Poi ieri quel tonno là che ti abbiamo preso .. Ottimo ottimo rispondeva l'interlocutore. Quindi tutto a posto?». L'altro per far capire che la sostanza stupefacente era stata di suo gradimento rispondeva che la prossima volta di quel tonno ne avrebbe acquistato il doppio.Il grosso della presunta atività di spaccio veniva consumato nei pressi della scala "C" di quella palazzina nel quartiere Cavoni. Nello specifico proprio all'interno del caseggiato popolare, situato nei pressi di un laboratorio di Analisi, era stato ricavato nella lamiera di una porta, a cui era stato praticato un foro, un nascondiglio per depositare la droga che poi veniva acquistata dagli assuntori.