Omicidio Mollicone, s'incrociano
di nuovo le strade di Serena
e del brigadiere morto suicida

Omicidio Mollicone, s'incrociano di nuovo le strade di Serena e del brigadiere morto suicida
di Vincenzo Caramdre
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Giovedì 9 Novembre 2017, 14:30
Più volte, negli ultimi anni, c’è stata correlazione tra la morte di Santino Tuzi e l’omicidio di Serena Mollicone, ma, mai come in queste ore, le dichiarazioni del brigadiere, rilasciate nel 2008 alla magistratura poche ore prima della morte, assumono particolare importanza.
« Serena quel giorno è entrata in caserma», aveva detto Santino Tuzi agli inizi di aprile 2008, poche prima di essere trovato cadavere nella sua Fiat Marea con un colpo partito dalla sua Beretta di ordinanza e le cui indagini sono ancora in corso.
Ora, con il deposito della consulenza medico-legale, sull’omicidio di Serena, nella quale è stata ipotizzata la compatibilità tra lo sfondamento della porta e la frattura cranica, quelle dichiarazioni pesano come un macigno e potrebbero aprire scenari investigativi con epiloghi sino a pochi mesi fa inimmaginabili.
LE TRACCE BIOLOGICHE
A spiegare il perché è l’avvocato Dario De Santis, legale della famiglia Mollicone. «Attendiamo di leggere con attenzione la relazione della dottoressa Cattaneo, la svolta potrebbe essere vicina. La questione della rottura della porta sequestrata nell’alloggio della caserma di Arce - ha spiegato l’avvocato - e le lesioni sul cranio sarebbero prova decisiva nel caso in cui fossero state isolate tracce biologiche di Serena sulla porta o negli ambienti della caserma, ma in assenza di tali elementi biologici, la relazione della dottoressa Cattaneo, assieme alle dichiarazioni rese dal brigadiere Santino Tuzi, rappresenta un elemento importante e decisivo per le indagini. Anche perché - ha aggiunto l’avvocato della famiglia Mollicone - gli accertamenti eseguiti si sono svolti in maniera accuratissima».
RITORNA LA SALMA
Ma in queste ore ad Arce la famiglia Mollicone, papà Guglielmo, in particolare, è in attesa del ritorno della salma di Serena, riesumata, a fine marzo del 2016, vale a dire un mese dopo la riapertura della indagini, dopo la richiesta di archiviazione della Procura. Anche su questo l’avvocato De Santis ha chiarito qualche aspetto.
«Il ritorno della salma di Serena - ha spiegato l’avvocato De Santis - è nell’ordine di alcune settimane. La consegna della relazione potrebbe portare a pensare che sia imminente, ma la mia opinione è che non lo sia, perché la salma potrebbe rimanere a disposizione della consulente nell’eventualità che ci siano osservazioni e obiezioni al contenuto della sua relazione».
Ma ieri anche l’avvocato Francesco Germani che assiste gli unici indagati (per omicidio e occultamento di cadavere), la famiglia Mottola, ossia l’ex maresciallo Franco, sua moglie e suo figlio Marco ha espresso massima serenità. «Ancora non ho avuto modo di analizzare la relazione con il mio consulente, ad ogni modo da uno sguardo veloce si conclude con una probabile compatibilità: non c’è certezza assoluta. A breve, comunque, ci saranno le nostre osservazioni. Per ora posso ribadire che i miei assistiti sono sereni e, come avvenuto in questi anni, rimangono a disposizione della Procura». Nel frattempo le indagini non si fermano. Il Pm e il suo pool investigativo, sono a lavoro su altri importati aspetti.
Quali? Su tutti la rogatoria internazionale per ascoltare alcuni testimoni e la consulenza calligrafica sui registri delle presenze nella caserma il primo giugno 2001.
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