Saf, guerra per poltrone e tariffa

Saf, guerra per poltrone e tariffa
di PIERFEDERICO PERNARELLA
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 16:45
COLFELICE
Mauro Vicano lascerà la presidenza della Saf non prima però di proporre, come ultimo atto della sua gestione, una modifica allo Statuto che prevede l'istituzione di un direttore generale, figura tuttora assente nell'organigramma della società che gestisce l'impianto di lavorazione rifiuti di Colfelice. L'assemblea per la discussione di questo punto specifico è prevista nella seduta di seconda convocazione del 29 novembre alle 14, un'ora prima di quella già convocata per le dimissioni di Vicano.
IL NODO TARIFFA
Non è dato sapere se, prima del fine del proprio mandato, il presidente dimissionario riuscirà a risolvere un altro nodo: quello della tariffa, cioè quanto pagano i Comuni per conferire rifiuti all'impianto Saf. La Regione Lazio prima ha accordato l'aumento da 102,94 a 138,60 euro a tonnellata con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2015, poi, qualche giorno dopo, ci ha ripensato e con un'altra determina ha revocato l'aggiornamento. Il dietrofront è stato giustificato con un finanziamento di 6 milioni per la Saf che consentirebbe di eseguire lavori di ammodernamento e quindi abbattere i costi di gestione. A chiedere l'adeguamento della tariffa, come impone la normativa, era stata la Saf stessa sulla base dei costi di gestione. Ora la società cosa intende fare? Lasciare le cose come stanno o chiedere al Tar di annullare la revoca dell'aumento? «La richiesta di sospensiva - fa sapere il presidente Mauro Vicano - non l'abbiamo presentata e stiamo ancora valutando se ricorrere o meno al Tar». Ma non sono scaduti i termini? «No, per il ricorso no», precisa Vicano. In realtà la determina con la revoca dell'aumento è stata pubblicata nel Bollettino ufficiale del 14 settembre e quindi i 60 giorni di tempo per presentare il ricorso al Tar sono belli che trascorsi. Un giallo. C'è tempo ancora, 120 giorni, per presentare ricorso al Capo dello Stato. Ma in questo caso il contenzioso sarebbe lunghissimo.
SPUNTA IL DIRETTORE GENERALE
Tornando alla questione della modifica dello Statuto, il presidente dimissionario spiega questa proposta come un ammodernamento della governance: «Come succede in tutte le altre società - dichiara - intendiamo dare alla Saf una struttura più agevole ed efficace con un presidente che ricopra funzioni di rappresentanza e un direttore generale a cui spettino i poteri gestionali veri e propri. È una proposta, dovrà decidere l'assemblea dei sindaci». La proposta di Vicano arriva in concomitanza della scelta del suo successore. Al momento l'unica candidatura più o meno ufficiale è quella Barbara Di Rollo supportata dall'ala del Pd che fa capo a Francesco De Angelis (la stessa che nel 2014 portò all'elezione di Vicano). La Di Rollo potrebbe avere i numeri, c'è un problema però: con lo Statuto vigente, l'incarico alla Di Rollo sarebbe inconferibile essendo la stessa consigliere del Comune di Cassino, socio della Saf. La modifica proposta da Vicano consentirebbe di aggirare questo ostacolo perché nell'eventuale nuova riorganizzazione la presidente non avrebbe più deleghe gestionali (quelle che oggi determinano l'inconferibilità dell'incarico di presidente della Saf), in quanto affidate al direttore generale. La proposta di modifica dello Statuto, nel Cda, passata con il solo voto favorevole del presidente Vicano. Un altro componente ha votato contro, l'altro si è astenuto.
L'OPZIONE SUPPRESSA
Ieri è circolata la notizia secondo cui Forza Italia potrebbe proporre la candidatura alla presidenza, nelle vesti di tecnico, di Roberto Suppressa, attuale direttore tecnico della Saf. Non si sa quanto sia fattibile, sotto il profilo dello Statuto, l'elezione di Suppressa, il quale si troverebbe a gestire qualche problemino di opportunità essendo lo stesso a processo per la vicenda dell'ex discarica di via Le Lame. Non è escluso che Suppressa, nel caso dovesse passare la modifica proposta di Vicano, possa diventare direttore generale.
 
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