Scuole a rischio sismico, indaga la Procura.
L'80% degli edifici privati sono "fragili"

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Mercoledì 21 Giugno 2017, 21:42
Sono ancora vive le immagini delle scuole crollate durante il terremoto dell’Umbria e delle Marche. Dieci mesi dopo il sisma, il 92% delle macerie è ancora a terra, sono ancora da rimuovere 2 milioni di tonnellate di mura crollate mentre gli edifici non più utilizzabili sono 75.308.
Ma cosa accadrebbe se fosse la Ciociaria al centro di un simile terremoto? E ancora: le scuole sono dotate di piani di emergenza ed uscite di sicurezza?
Questi interrogativi se li è posti la Procura di Frosinone che ha avviato un’inchiesta proprio sulla stabilità degli edifici scolastici. Il procuratore ha delegato gli accertamenti alla Sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri che ha già acquisito la documentazione della scuola di Morolo. A seguire, gli accertamenti riguarderanno gli edifici degli altri Comuni. Evidente l’obiettivo: capire se le scuole sono dotate di piani di evacuazione; come hanno speso i finanziamenti regionali destinati, appunto, alla sicurezza; come sono state gestite le gare d’appalto...
Un problema di grande attualità, dopo che il presidente della Provincia, Antonio Pompeo, proprio ieri, ha lanciato l’ultimatum: «Laddove l’Ufficio Tecnico riscontrasse situazioni di criticità, non potremmo non chiudere scuole o strade. Con le ristrettezze imposte dalla Riforma e i tagli alle entrate del 50% non riusciamo più a garantire i servizi primari. A cominciare dalle scuole».
L’EDILIZIA PRIVATA
Il quadro non cambia se spostiamo l’attenzione sull’edilizia privata. Gli edifici che in Ciociaria non rispettano le attuali norme antisismiche sono almeno l’80%. Questo perché le prescrizioni, nei decenni passati, erano molto più blande. «Ogni volta che c’è stato un evento sismico – spiegano dall’Agenzia del Territorio di Frosinone – sono aumentate le prescrizioni e le ristrettezze. Dal terremoto di Messina in poi. Pertanto gli edifici dei Centri storici, come quelli di Alatri, Fumone, Anagni, Ferentino, Castro dei Volsci, Alatri, Frosinone sono sicuramente ad alto rischio. Basti pensare che molte strutture sono prive di fondazione o posizionate su terrapieni o materiali di risulta (come nella collina del viadotto Biondi a Frosinone)».
Non solo, ma il Genio Civile, oggi particolarmente severo in materia antisismica, solo recentemente ha assunto un ruolo di verifica che, vent’anni fa, non aveva. O, almeno, era meno rigido.
«Diciamo che gli edifici realizzati negli ultimi 20 anni non hanno alcun problema, vista la ferrea applicazione delle norme previste – osservano dall’Agenzia del Territorio di Frosinone – quelli costruiti tra gli anni ’50 e gli anni ’90 sono in una fascia di rischio limitato, mentre quelli antecedenti agli anni ’50 sono certamente “fragili”».
LE SOLUZIONI
In verità dell’importanza della prevenzione, connesso al rischio-sisma, se ne occupò la Banca Popolare del Frusinate (che, da uno studio di Mediobanca, è risultata essere la banca più “solida” del Basso Lazio, tra gli Istituti «minori», ossia con attivi inferiori a 5 miliardi) organizzando un incontro, a marzo, con gli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri della Provincia di Frosinone e dell’Ordine dei Geologi del Lazio.
«Tutto è nato dalle visite che abbiamo effettuato nei luoghi colpiti dai recenti sisma, in particolare ad Amatrice e ad Accumoli dove il nostro Istituto ha donato un pick-up e ha contribuito per fornire una mungitrice mobile» spiega il Direttore Generale della BpF, Rinaldo Scaccia. «Visite dove abbiamo constatato i danni che un terremoto può arrecare in quei borghi che sono molto simili ai nostri. Analizzando e riflettendo sui report che attestano che la nostra Ciociaria è ad alto rischio sismico - conclude Rinaldo Scaccia - abbiamo ritenuto di mettere a disposizione delle famiglie 100 milioni di euro per la messa in sicurezza dei loro immobili».
Va ricordato che il “patrimonio edilizio” di tutto il territorio ciociaro è, per il 73%, di proprietà privata. Edifici cioè che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono da considerarsi “fragili” e, dunque, oggetto di interventi di prevenzione.
«Gli eventi calamitosi in genere, non si possono eliminare, né prevedere - osserva il presidente della BpF, Domenico Polselli - ma se ne possono mitigare gli effetti attraverso la diffusione di una cultura della sicurezza e della prevenzione dello stato di “salute” delle costruzioni, anche attraverso continui interventi di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione e miglioramento sismico. Dunque, è anzitutto necessario superare la logica emergenziale agendo per tempo sulla prevenzione proprio alla luce del dramma che ha colpito le popolazioni delle Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio; per non rimanere solo testimoni come in altre occasioni del passato nelle quali si sono pesantemente trovate le nostre città e le nostre popolazioni. Questa - conclude Domenico Polselli - è stata la ratio che ha spronato il nostro Consiglio di Amministrazione a mettere a disposizione del territorio e della sua gente, un maxi stanziamento per la messa a norma del patrimonio edilizio e proteggere, di conseguenza, la popolazione da eventuali disastri». Per la cronaca, la BpF promuoverà incontri su questo delicato tema a fine giugno a Ferentino e, successivamente, ad Alatri.
Sono ancora vive le immagini delle scuole crollate durante il terremoto dell’Umbria e delle Marche. Dieci mesi dopo il sisma, il 92% delle macerie è ancora a terra, sono ancora da rimuovere 2 milioni di tonnellate di mura crollate mentre gli edifici non più utilizzabili sono 75.308.
Ma cosa accadrebbe se fosse la Ciociaria al centro di un simile terremoto? E ancora: le scuole sono dotate di piani di emergenza ed uscite di sicurezza?
Questi interrogativi se li è posti la Procura di Frosinone che ha avviato un’inchiesta proprio sulla stabilità degli edifici scolastici. Il procuratore ha delegato gli accertamenti alla Sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri che ha già acquisito la documentazione della scuola di Morolo. A seguire, gli accertamenti riguarderanno gli edifici degli altri Comuni. Evidente l’obiettivo: capire se le scuole sono dotate di piani di evacuazione; come hanno speso i finanziamenti regionali destinati, appunto, alla sicurezza; come sono state gestite le gare d’appalto...
Un problema di grande attualità, dopo che il presidente della Provincia, Antonio Pompeo, proprio ieri, ha lanciato l’ultimatum: «Laddove l’Ufficio Tecnico riscontrasse situazioni di criticità, non potremmo non chiudere scuole o strade. Con le ristrettezze imposte dalla Riforma e i tagli alle entrate del 50% non riusciamo più a garantire i servizi primari. A cominciare dalle scuole».
L’EDILIZIA PRIVATA
Il quadro non cambia se spostiamo l’attenzione sull’edilizia privata. Gli edifici che in Ciociaria non rispettano le attuali norme antisismiche sono almeno l’80%. Questo perché le prescrizioni, nei decenni passati, erano molto più blande. «Ogni volta che c’è stato un evento sismico – spiegano dall’Agenzia del Territorio di Frosinone – sono aumentate le prescrizioni e le ristrettezze. Dal terremoto di Messina in poi. Pertanto gli edifici dei Centri storici, come quelli di Alatri, Fumone, Anagni, Ferentino, Castro dei Volsci, Alatri, Frosinone sono sicuramente ad alto rischio. Basti pensare che molte strutture sono prive di fondazione o posizionate su terrapieni o materiali di risulta (come nella collina del viadotto Biondi a Frosinone)».
Non solo, ma il Genio Civile, oggi particolarmente severo in materia antisismica, solo recentemente ha assunto un ruolo di verifica che, vent’anni fa, non aveva. O, almeno, era meno rigido.
«Diciamo che gli edifici realizzati negli ultimi 20 anni non hanno alcun problema, vista la ferrea applicazione delle norme previste – osservano dall’Agenzia del Territorio di Frosinone – quelli costruiti tra gli anni ’50 e gli anni ’90 sono in una fascia di rischio limitato, mentre quelli antecedenti agli anni ’50 sono certamente “fragili”».
LE SOLUZIONI
In verità dell’importanza della prevenzione, connesso al rischio-sisma, se ne occupò la Banca Popolare del Frusinate (che, da uno studio di Mediobanca, è risultata essere la banca più “solida” del Basso Lazio, tra gli Istituti «minori», ossia con attivi inferiori a 5 miliardi) organizzando un incontro, a marzo, con gli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri della Provincia di Frosinone e dell’Ordine dei Geologi del Lazio.
«Tutto è nato dalle visite che abbiamo effettuato nei luoghi colpiti dai recenti sisma, in particolare ad Amatrice e ad Accumoli dove il nostro Istituto ha donato un pick-up e ha contribuito per fornire una mungitrice mobile» spiega il Direttore Generale della BpF, Rinaldo Scaccia. «Visite dove abbiamo constatato i danni che un terremoto può arrecare in quei borghi che sono molto simili ai nostri. Analizzando e riflettendo sui report che attestano che la nostra Ciociaria è ad alto rischio sismico - conclude Rinaldo Scaccia - abbiamo ritenuto di mettere a disposizione delle famiglie 100 milioni di euro per la messa in sicurezza dei loro immobili».
Va ricordato che il “patrimonio edilizio” di tutto il territorio ciociaro è, per il 73%, di proprietà privata. Edifici cioè che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono da considerarsi “fragili” e, dunque, oggetto di interventi di prevenzione.
«Gli eventi calamitosi in genere, non si possono eliminare, né prevedere - osserva il presidente della BpF, Domenico Polselli - ma se ne possono mitigare gli effetti attraverso la diffusione di una cultura della sicurezza e della prevenzione dello stato di “salute” delle costruzioni, anche attraverso continui interventi di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione e miglioramento sismico. Dunque, è anzitutto necessario superare la logica emergenziale agendo per tempo sulla prevenzione proprio alla luce del dramma che ha colpito le popolazioni delle Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio; per non rimanere solo testimoni come in altre occasioni del passato nelle quali si sono pesantemente trovate le nostre città e le nostre popolazioni. Questa - conclude Domenico Polselli - è stata la ratio che ha spronato il nostro Consiglio di Amministrazione a mettere a disposizione del territorio e della sua gente, un maxi stanziamento per la messa a norma del patrimonio edilizio e proteggere, di conseguenza, la popolazione da eventuali disastri». Per la cronaca, la BpF promuoverà incontri su questo delicato tema a fine giugno a Ferentino e, successivamente, ad Alatri.
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