Il concerto del prossimo 23 febbraio è affidato alle voci di Vittoria D’Annibale e Cinzia Cristofanilli, soprani, Enrico Talocco, tenore e Michele Migliori, baritono. Con loro l’orchestra sinfonica Francesco Alviti e il coro polifonico del Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres. la direzione è affidata a Mauro Gizzi.Il concerto inizierà alle ore 18
Lo Stabat Mater di Rossini mette insieme il dramma e la poesia, la religiosità e la forza teatrale. Si direbbe che dei sette dolori di Maria, che derivano tutti dalla sua condizione di ‘Madre dell’uomo dei dolori’, l’arte e la devozione abbiano soprattutto posto in risalto la icona della Pietà: la Madre dolorosa che accoglie tra le braccia e stringe al cuore il Figlio suo morto sulla Croce. Ed è qui – sul volto di una Madre come impietrita dal dolore – che si coglie la dimensione più profonda della compassione: dolore e pace, sofferenza e speranza, strazio infinito e amore ineffabile. Ma, la Vergine Addolorata non si piega: rimane ritta e forte ai piedi della Croce (è il plastico senso latino dello “stabat Mater”), sorretta dalla pienezza della grazia proprio nei momenti in cui più forte è la sua partecipazione alla Passione del Figlio suo Gesù.E’ un’immagine che è talmente cara alla coscienza di ciascuno perché Maria è la Madre della com-passione perché si immedesima talmente nelle sofferenze del Figlio da sentirle nella sua anima e nella sua carne. E proprio perché Maria è la Madre della compassione può essere la Consolatrice degli afflitti; perché solo chi è davvero com-passionevole può comprendere il dolore degli altri, il dolore del mondo. Grande tema, questo del dolore del mondo; discorso che si comprende soltanto quando ci si immedesima nel dolore altrui. La forte devozione alla Vergine Addolorata, nella sua essenza, non è altro che un modo di partecipare, attraverso la contemplazione del dolore della Madre, alla passione di Cristo, che si prolunga nel dolore dell’uomo e induce a comprendere e a sollevare le umane sofferenze. Ecco il motivo della scelta della grande composizione rossiniana per ricordare la breve ma intensa vita di Francesco e insieme le tante vittime, purtroppo molte della stessa età, del terremoto.
Gioacchino Rossini compone lo Stabat Mater quasi come compimento della sua opera musicale. Nel brano, bello e suggestivo, si trovano tanti motivi fortemente operistici che però attribuiscono ancora più forza al testo di Jacopone e alla rappresentazione drammatica di quanto avviene sul Golgota.
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