I PRODOTTI
L'evento ha riservato emozioni ma di certo non sorprese. I dispositivi presentati erano stati infatti ampiamente anticipati nei giorni precedenti. Dal nuovo Watch Series 3, l'orologio intelligente che adesso supporta anche la connessione dati e può effettuare telefonate e connettersi autonomamente a Internet, alla Apple Tv con definizione 4K (e che conferma il grande interesse di Cupertino nel business dei servizi televisivi on demand). E poi, naturalmente, gli iPhone. Prima la versione evoluta di iPhone 7 con iPhone 8 e 8 Plus (una sorta di 7s, quindi) e infine, dulcis in fundo, iPhone X. Il device top di gamma, che Cook ha definito «il futuro degli smartphone», è un'edizione speciale per il decimo anniversario del melafonino, che contiene la maggior parte delle innovazioni. A cominciare da un ampio schermo Super Retina da 5,8 pollici dagli angoli arrotondati: il telefono diventa tutto schermo ad eccezione della piccola parte superiore che contiene l'altoparlante. Nessun tasto Home e un design tondeggiante che ricorda vagamente Apple Watch ma anche, perché no, il primo iPhone. Che si tratti di un tributo a Jobs, lo ha esplicitato Cook, utilizzando per introdurre il nuovo device la frase cara al guru di Apple durante i suoi keynote: «One more thing...».
Ma il vero valore aggiunto è appunto FaceId, di cui il vicepresidente del reparto software di Apple, Craig Federighi, si è divertito a mostrare le potenzialità con gli Animoji, faccine che riproducono con precisione le espressioni facciali dell'utente. Scopi ludici a parte, Face Id sostituisce il sensore per le impronte digitali e, a detta dell'azienda, è anche più sicuro (c'è una probabilità su un milione di sblocco casuale, sottolinea Cupertino). I prezzi del telefono, che uscirà il 3 novembre, sono in linea con quelli dei predecessori (quindi esagerati): 1.189 euro per la versione da 64 gb, 1.359 euro per quella da 256 gb.
LE ANTICIPAZIONI
Se le presentazioni Apple degli ultimi anni ci avevano abituato a vedere confermati i rumors sui dispositivi in uscita, mai nella storia dell'azienda si era verificata una fuga di notizie tanto imponente come nel caso di questi nuovi device. Sembra che a passare le informazioni ai giornali sia stato un dipendente scontento, fatto sta che ai tempi di Jobs non sarebbe (e infatti non è) mai successo nulla di simile. Ma allora i social non c'erano, gli smartphone nemmeno e il mondo intero era diverso. Quella, semplicemente, era un'altra Apple. La stessa Apple che comunque quel mondo ha contribuito a cambiarlo.
andrea.andrei@ilmessaggero.it
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