Asili nido, maestre laureate e 245mila nuovi posti

Asili nido, maestre laureate e 245mila nuovi posti
di Lorena Loiacono
3 Minuti di Lettura
Lunedì 17 Ottobre 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 08:24
ROMA Quasi 245mila nuovi posti per i bambini degli asili nido e l'arrivo delle super educatrici, tutte rigorosamente laureate. Sono queste le principali novità contenute nella riforma della scuola dell'infanzia, a un passo dall'approvazione.
I DOCENTI
Entro il mese prossimo infatti la legge cosiddetta 0-6, perché interessa l'intera fascia di età prima dell'accesso alla scuola elementare, sarà licenziata dal Consiglio dei ministri. Il testo propone una vera e propria rivoluzione nell'ambito della formazione della classe docente: tutte le maestre dovranno possedere un titolo di studio universitario, conseguito tramite laurea triennale nel corso specifico. Oggi questo requisito è richiesto solo alle maestre della scuola materna. D'ora in poi sarà obbligatorio anche per le educatrici dei nidi. Per le quali era sufficiente aver frequentato un corso regionale come ad esempio quello da puericultrice.
Le maestre già in forze nei nidi, quindi senza laurea, resteranno ovviamente al loro posto potendo offrire l'esperienza acquisita sul campo. L'incognita sul futuro resta invece per tutte quelle educatrici che, senza titolo universitario, fino ad oggi hanno lavorato come supplenti e sono inserite nelle graduatorie. Chiedono di essere equiparate alle maestre di ruolo. Per tutte le altre servirà la laurea.
E' in arrivo quindi un percorso di conformità a livello nazionale che va a raggiungere quello che, in alcune regioni, è già previsto: in Emilia Romagna e in Toscana, infatti, è già necessaria la laurea triennale per stare al fianco dei bimbi fino a tre anni. A Bologna esiste anche la laurea quinquennale. Ed è proprio questo il significato principale della riforma 0-6: unificare il servizio e renderlo uguale in tutta Italia, da Nord a Sud, senza lasciare spazio a regionalismi. Oggi infatti l'organizzazione degli asili nido è affidata alle Regioni e ai singoli Comuni. Con l'approvazione della legge 0-6, invece, tutte le strutture educative dovranno seguire le linee guida dettate dal ministero dell'istruzione: verranno emanate da una commissione di esperti, creata ad hoc.
I FONDI
In questo modo si va a togliere dal welfare la gestione dei nidi che, di fatto, entrano a far parte dei servizi educativi e formativi. Proprio come la scuola dell'infanzia e la scuola primaria. Fino ad oggi anche i fondi per i nidi, una volta stanziati dal Governo, devono passare attraverso gli enti locali prima di arrivare alle strutture. Per quanto riguarda i finanziamenti, sono a disposizione i 62milioni dei 100, previsti dalla Legge di Stabilità del 2014, a cui andrebbero ad aggiungersi ulteriori 200 milioni di euro. L'obiettivo è di avviare la formazione delle nuove maestre già a partire dall'anno accademico 2017-2018.
Nelle università i dipartimenti dedicati alla formazione stanno studiando i programmi da avviare. I primi corsi infatti, secondo i piani, dovranno partire a ottobre 2017. In questo modo, formando e poi reclutando nuovo personale, sarà possibile attivare nuovi posti per i bambini fino a tre anni. «Contiamo di far partire i primi corsi tra un anno spiega la senatrice Francesca Puglisi, componente della Commissione VII istruzione pubblica e prima firmataria della legge 0-6 verrà insediata una Commissione di esperti per emanare le linee guida. A quel punto il servizio sarà uguale per tutti e si ispirerà ai modelli di eccellenza per la formazione come Reggio Children o come i progetti avviati in Toscana e a Torino. L'impegno è anche quello di offrire un buon servizio educativo a un maggior numero di famiglie, in linea con la strategia di Lisbona».
L'UNIONE EUROPEA
Oggi infatti l'Italia resta pesantemente indietro rispetto agli obiettivi di Lisbona richiesti dall'Unione Europea secondo i quali, nel 2020, tutti i Paesi membri dovranno garantire il nido al 33% dei bambini compresi in quella fascia di età. In Italia i bambini sotto i 3 anni sono poco meno di 1 milione 620mila. Quindi entro 4 anni dovranno essere disponibili, in tutto, 534.600 posti. Ma ad oggi i bambini che frequentano un asilo nido, in Italia, sono meno di 290mila. Poco più del 17% di media. Mancano all'appello, quindi, 16 punti percentuali per raggiungere l'obiettivo: vale a dire 244mila posti. Tra i picchi massimi e minimi ci sono, rispettivamente, l'Emilia Romagna che copre il 26,7% e la Calabria che si ferma al 2,1%.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA