dal nostro inviato
SEVNICA - Al caffè Desetra hanno alzato una bandiera americana. Il bar chiude prima di cena, ma raccontano che la scorsa notte sono rimasti aperti fino alle 5 del mattino per godersi il momento di celebrità: «La first lady è una di noi». E adesso gli avventori fanno a gara per rivendicare rapporti speciali con la signora Trump. Chi sostiene di esserci andata a scuola insieme, chi l’accompagnava a Lubiana per le prime sfilate, chi dice di non aver mai perso i contatti: «In qualche modo siamo rimaste amiche». L’entusiasmo addolcisce i ricordi e amplifica la voglia di protagonismo.
Sevnica è un paesino della Slovenia orientale, quasi al confine con la Croazia. Cinquanta chilometri fra colline e vigneti e si arriva a Kumrovez, il minuscolo borgo croato dove nacque Tito. Altri cinquanta chilometri in direzione opposta e si approda a Lubiana, la capitale slovena. Kumrovez e Lubiana sono in qualche modo i due poli intorno a cui si è sviluppata l’infanzia di Melanija Knavs, poi divenuta Melania Knauss, adesso famosa nel mondo come Melania Trump, avvenente consorte del nuovo presidente degli Stati Uniti e protagonista di alcune gaffe durante la campagna elettorale del marito.
L’INFANZIA
Delle gaffe di Melania, tuttavia, a Sevnica non bada nessuno. Perché rovinare con la maldicenza questo inaspettato momento di celebrità internazionale? Del resto, è un piccolo paese famoso fino a ieri solo per uno stabilimento di maglieria intima e un mobilificio che dà lavoro a un centinaio di persone. Due fabbriche in un paesino di meno di 5.000 abitanti sono un lusso, specie quando in Jugoslavia c’era Tito e il lavoro era uno concessione che lo Stato elargiva ai suoi sudditi più fedeli. Viktor Knavs, il padre di Melania, era uno di loro.
I resti del realismo socialista sono scomparsi, adesso pare di essere in Austria, villette coi gerani alle finestre e tetti spioventi. I grossi casermoni, grigi e sbreccati, sono confinati in una zona pressoché abbandonata sulle rive della Sava. Melania nacque qui, nel 1970. In una famiglia comunista che la costrinse ad andare alla stazione in ghingheri e col fazzoletto in mano per salutare il convoglio che portava la salma di Tito a Kumrovez, era il 1980. «Una bimba silenziosa» ricorda Olga, sua coetanea - che quando aveva 7 anni inorgoglì i genitori venendo selezionata per partecipare a una sfilata di vestiti per bambini a Belgrado.
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Melania Trump, viaggio nel suo paese natale in Slovenia: «Una bimba silenziosa»
di Renato Pezzini
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Giovedì 10 Novembre 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 11:52
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