Trump presidente, decisivo il voto dei bianchi: la sorpresa sono le donne

Hillary Clinton
di Anna Guaita
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Novembre 2016, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 14:33

I bianchi si sono schierati con Trump, come ci si aspettava. Ma anche una dignitosa fetta del voto dei latino-americani è andata a Trump, per non parlare di una piccola componente di voto afro-americano: e sono stati questi due gruppi di fatto a negare la presidenza a Hillary Clinton. Si sapeva che la candidata democratica non avrebbe ottenuto la fiducia degli elettori bianchi, soprattutto di quelli senza titoli di studio universitari.

AFFLUENZA DECISIVA
Ma i calcoli erano chiari: se avesse potuto ripetere l'affluenza alle urne varia e compatta che Obama aveva costruito nel 2008 e nel 2012, avrebbe potuto rimediare a quel deficit. E non è successo. Forse Hillary avrebbe comunque potuto farcela, se non ci fossero stati i candidati dei due partiti indipendenti - il libertario Gary Johnson e la verde Jill Stein - che hanno sottratto più voti ai democratici che ai repubblicani.

Alla fine della conta Hillary Clinton ha ottenuto più voti popolari rispetto a Donald Trump: 59.733.960 per Clinton e 59.514.846 per Trump. Ma gli exit poll hanno dipinto un quadro abbastanza deludente anche per Barack Obama che tanto si era impegnato presso la comunità di colore per assicurarsi che i suoi fratelli scegliessero lei. Proprio fra gli afro-americani, Hillary Clinton ha ottenuto l'88 per cento delle preferenze, e Trump ne ha prese l'8 per cento. Sembrano tantissime, ma Obama ne aveva ottenute il 93 per cento.

OBAMA NON ASCOLTATO
Quindi una certa percentuale si è rifiutata di seguire linvito del presidente, e quella percentuale è quasi esclusivamente al maschile: le donne di colore sono state fedeli a Hillary e Barack 93 per cento ha votato per lei ma fra gli uomini la percentuale è scesa all'80 per cento. Peggio ancora fra i latino-americani. Il cosiddetto gigante dormiente che doveva invadere i seggi come un sol uomo, si è invece mobilitato in misura minore rispetto al voto per Obama nelle due passate elezioni: il presidente aveva ricevuto il 71% dei voti ispanici, Hillary solo il 65%. E' di certo una percentuale alta, ma non tanto da assicurare la vittoria in certi Stati cruciali, come la Florida.

Per di più proprio Trump, l'uomo che ha insultato gli immigrati del Centramerica e che ha promesso di costruire un muro al confine con il Messico, si è portato a casa il 29% dei loro voti. Ne ha ottenuti più di quanti non ne avesse ottenuti Mitt Romney, il candidato repubblicano che era stato sconfitto da Obama nel 2012, che aveva contato il 27 per cento delle preferenze ispaniche.

Vari analisti pensano che questo divario sia dovuto a una visione sessista, alla diffidenza verso una donna presidente. Ma per la signora deve essere stato bruciante vedere che anche fra le donne solo quelle con una laurea hanno scelto nella maggioranza lei, e anche loro con una percentuale comunque non eccezionale, il 51 contro il 45 per cento per Trump.

GIOVANI INSOFFERENTI
Uno strascico negativo delle primarie è stato lo scarso entusiasmo fra i giovani. Le masse che avevano affollato i comizi di Bernie Sanders si sono decisamente assottigliate per lei. Hillary ha conquistato appena il 54 per cento delle preferenze dei giovani fra i 18 e i 29 anni d'età, mentre un solido 37 per cento ha scelto Donald Trump.
Obama nel 2012 ne aveva conquistate il 60%. Dagli exit polls tuttavia scaturisce una interessante particolarità del voto pro-Trump: i temi roventi della sua campagna deportazione dei clandestini, muro con il Messico, cancellazione dei trattati commerciali non sono poi così popolari, neanche fra i suoi elettori. Insomma, lo hanno votato anche senza credere ai suoi programmi, anche pensando che i clandestini debbano essere legalizzati, che il muro sia sbagliato e che i trattati non portino via posti di lavoro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA