«Vaccino obbligatorio per andare all'asilo». Le Regioni si spaccano

«Vaccino obbligatorio per andare all'asilo». Le Regioni si spaccano
di Valentina Arcovio
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Giovedì 24 Novembre 2016, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 08:38

Mentre in Toscana continua l'allarme meningite, che in due giorni ha ucciso due persone, e che per fortuna sembra aver risparmiato la vita del bimbo di otto anni ricoverato al Meyer di Firenze, le cui condizioni sono in miglioramento grazie al vaccino fatto nel 2009, in Italia si accende il dibattito sulle vaccinazioni e sull'ipotesi di renderle obbligatorie «per davvero». In questo caso non si parla delle vaccinazioni contro le infezioni da meningococco C, che oggi rientrano in quelle raccomandate. Ma di quelle obbligatorie contro la poliomielite, la difterite, il tetano e l'epatite B.

MALATTIE SCOMPARSE
Oltre il timore sempre più reale del ritorno di malattie considerate prima scomparse, a rilanciare la possibilità di rendere per davvero effettiva l'obbligatorietà delle vaccinazioni, come lo era prima del 1991, è l'Emilia Romagna. La Regione ha infatti deciso di consentire l'iscrizione agli asili nido solo ai bambini vaccinati. Un provvedimento che piace molto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Tanto da spingerla a pensare di replicare l'esempio in tutto il paese. «I tempi sono maturi perché l'esempio dell'Emilia Romagna sia seguito anche da altre Regioni. Può essere un esempio da copiare», dichiara Lorenzin. «Penso che la decisione dell'Emilia Romagna sia stata coraggiosa e giusta, a fronte di un calo vaccinale dei dati della Regione molto preoccupante, sia per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie sia quelle facoltative», aggiunge. Plaude alla scelta dell'Emilia Romagna anche il Premier Matteo Renzi, che scrive su twitter: «Bravo Stefano, ben fatto!», riferendosi al presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

Ma la strategia del ministro della Salute per contrastare l'attuale calo delle vaccinazioni in Italia non piace a tutti. In primis ai Grillini. In Emilia-Romagna il M5S ha infatti votato contro l'obbligatorietà delle vaccinazioni. E ora sembrano pronti a non rendere le cose facili a chi vorrà replicare l'esempio di quella regione, come il presidente del Lazio Nicola Zingaretti che ha annunciato su facebook di voler proporre in Consiglio regionale l'obbligo di vaccinazione per i bimbi che vanno al nido. «Dopo l'Emilia-Romagna facciamo un passo avanti di civiltà anche nel Lazio», propone Zingaretti. La capogruppo M5S in Consiglio regionale del Lazio Silvia Blasi, si dichiara contraria.

IL CAMBIAMENTO
«Noi spingeremmo per un sistema di informazione diverso, che andrebbe proprio a superare il concetto di coercizione e obbligatorietà per qualcosa che dovrebbe essere acquisito da una società matura», dice Blasi. «C'è un articolo della Costituzione - aggiunge - che dice che nessun cittadino italiano è obbligato a sottoporsi a una terapia medica se è contrario. Dobbiamo tutelare anche questo aspetto di scelta etica delle persone», aggiunge, pur non negando l'importanza del vaccino come strumento di prevenzione, tanto di averli fatti a sua figlia.
Lombardia e Liguria non seguiranno l'Emilia Romagna. Lo hanno spiegato gli assessori Gallera e Viale, riferendo il pensiero dei governatori, Maroni e Toti. «Siamo impegnati in una campagna informativa molto articolata perché le vaccinazioni sono fondamentali. Ma con l'informazione riteniamo che la libertà di scelta sia fondamentale. Dobbiamo convincere e non obbligare».

Pronto a salire sulle barricate contro l'adozione di una legge regionale sui vaccini da parte della Regione Lazio è anche il Codacons. «Si tratta di una legge inapplicabile, incostituzionale e contraria alle norme nazionali», spiega il presidente Carlo Rienzi.

Per Lorenzin, però, è arrivato il momento che tutte le Regioni facciano qualcosa, soprattutto considerati i rischi dovuti al ritorno di malattie a causa dei cali delle coperture vaccinali. «Quest'anno, ad esempio - riferisce - abbiamo avuto dei bambini morti per pertosse, che pensavamo una malattia debellata, ed abbiamo un'insorgenza preoccupante per il morbillo, con decessi dovuti alle complicanze; abbiamo inoltre un caso sospetto di difterite, una patologia debellata da oltre 30 anni. In altri Paesi ci sono casi di poliomielite, e dobbiamo ricordare che le malattie viaggiano'».

Altro «tema da non sottovalutare - aggiunge - è anche quello della meningite», che da gennaio 2015 a oggi ha colpito più di 74 persone in Toscana, uccidendone 13.

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