Allarme meningite/ Psicosi e contagio si combattono con l’informazione

di Silvio Garattini
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Giovedì 29 Dicembre 2016, 00:05
È ritornata la paura per un caso di meningite, purtroppo fatale, che ha colpito una maestra elementare. Si è messo subito in moto un efficiente controllo di possibili contatti per iniziare immediatamente la profilassi. Alla fine, tuttavia, tutto è stato sospeso perché si trattava di una infezione cerebrale generata da un batterio non contagioso. 

Non si trattava di un meningococco ma di un ceppo di Escherichia coli. La meningite è diventata un argomento di discussione e sta generando una specie di psicosi. Nessuno vuole minimizzare un problema che purtroppo ha già generato morti di giovani ma occorre anche dire che non si tratta di un’epidemia come potrebbe apparire dalla continua menzione del termine “meningite” su siti medici e social network. Si tratta di casi sporadici, certamente molto minori rispetto al passato e perciò è molto difficile prospettare interventi di salute pubblica. Non vi sono in realtà molte novità da rendere note, ma può essere utile riassumere brevemente ciò che è bene sapere.
Alcuni casi di meningite, tipo i due studenti di chimica a Milano, fanno pensare che vi possano essere dei portatori sani di meningococco B o C che trasferiscono i batteri ad altri soggetti sani senza poter essere identificati a meno che non si provveda ad uno screening di popolazione, cosa evidentemente impossibile.

Quando invece il contagio può essere avvenuto da parte di chi ha sviluppato la malattia è invece più facile far scattare un intervento profilattico. Le linee guida indicano la rifampicina come il farmaco d’elezione per rendere innocuo il meningococco. Il trattamento va effettuato il più presto possibile. In qualche caso può essere utile effettuare una vaccinazione visto che oggi sono disponibili i vaccini per il meningococco B e C . Ciò che è importante è mantenere un’attenzione sui casi di meningite attraverso una rapida denuncia per poter effettuare gli interventi necessari.

Per quanto riguarda invece una prospettiva per il futuro è importante porsi il problema se aggiungere alle vaccinazioni raccomandate anche quelle contro il meningococco fin dall’infanzia. Vi possono essere evidentemente pareri molto differenti. La situazione attuale è molto eterogenea, perché le Regioni hanno assunto atteggiamenti molto diversi e sarebbe invece bene avere una posizione omogenea in tutto il Paese. Ciò è previsto dal Piano Nazionale delle Vaccinazioni redatto recentemente dal ministero della Salute, ma fra il dire e il fare spesso passa molto tempo.

Attualmente la vaccinazione contro il meningococco C è abbastanza diffusa, ma va aggiunto anche il vaccino contro la forma B che è la più diffusa in Italia. Purtroppo un ostacolo è rappresentato dal costo di questo vaccino, ma se si decidesse una vaccinazione diffusa il prezzo potrebbe essere trattato per ottenere forti sconti. Se si vaccinassero tutti i bambini intorno ai due anni d’età, tutti gli anni , contro i due ceppi di meningococco si potrebbe ottenere una importante barriera che aumenterebbe la sua efficacia nel tempo. Se prevalesse questa impostazione sarebbe necessario non perdere tempo e iniziare fin dai prossimi mesi a rendere disponibili i vaccini.

Gli adulti potrebbero invece decidere caso per caso, a seconda della esposizione o di altri fattori di rischio, se effettuare la vaccinazione. È importante che il pubblico venga avvisato tempestivamente. Un comunicato del ministero della Salute che dia tutte le necessarie informazioni, magari ripetuto nel tempo, servirebbe a rassicurare il pubblico e ad evitare il diffondersi di una psicosi che certamente non aiuta a risolvere i problemi.
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