Dior punta sul blu, Maria Grazia Chiuri: «E' l'unico colore all'altezza del nero»

Dior punta sul blu, Maria Grazia Chiuri: «E' l'unico colore all'altezza del nero»
di Anna Franco
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Sabato 4 Marzo 2017, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 15:59

PARIGI - «Per questa collezione autunno/inverno sono partita da una frase di Dior contenuta nel suo Piccolo Dizionario della Moda, racconta a pochi minuti dalla sfilata di Christian Dior Maria Grazia Chiuri, che da quando è diventata direttore creativo della griffe sta sfogliando con cupidigia l'immenso archivio della maison dove il fondatore della griffe afferma che il blu è l'unico colore che ha le stesse qualità del nero e che con esso può competere».

LA SINFONIA
La passerella e i capi presentati su di essa sono una vera e propria sinfonia in blu. «Si tratta di una nuance grigiata e che allo stesso tempo apre un'infinità di mondi». Primo fra tutti, sottolinea la Chiuri, quello delle uniformi. Nella collezione per il prossimo inverno, infatti, ci sono molti capi che prendono ispirazione proprio dalle divise da lavoro, come i completi in cotone sovratinto personalizzati con stampe dei simboli mistici tanto cari a Dior o le tute in cotone spesso lavato e ritrattato, oltre al jeans giapponese dal taglio maschile.

LE ORIGINI
«Non a caso, l'ideatore del brand prosegue Maria Grazia Chiuri ha iniziato a disegnare quando era appena finita la guerra e molte donne, a quell'epoca, avevano iniziato a lavorare nelle fabbriche per sostituire gli uomini che erano al fronte. Per me il blu delle divise è qualcosa che richiama l'idea no gender e, allo stesso tempo, distingue uomo e donna, perché ai primi, per convenzione sociale, è associato sempre l'azzurro fin dalla nascita e alle seconde, invece, il rosa».

Un rimischiare le carte che fa trovare a tutti gli invitati alla sfilata una bandana con scritta a favore del femminismo, inteso come protesta contro ogni discriminazione, e che permette di trasformare un altro caposaldo di Dior, ovvero il taffettà di seta, in tessuto tecnico ed estremamente moderno. «Devo ammettere che questa stoffa non mi è mai piaciuta molto, perché mi ricorda la moda degli anni Ottanta, ma credo sia importante sperimentare ciò che non si è mai fatto e, così, ho iniziato a provare e sono rimasta piacevolmente sorpresa».
La Chiuri ha accettato la sfida e con questa stoffa ha costruito abiti e gonne plissé impunturate a mano con pieghe bloccate, ma in movimento, pantaloni al polpaccio e persino la famosa giacca Bar del 1947, che, così, ha un'aria sportiva e quotidiana, estremamente casual. La collezione è, infatti, costruita su capi liberamente mixabili tra loro. «Ognuno può decidere la propria uniforme, che serve per proteggerci e per mantenere una zona privata». Il taffetà costruisce anche un altro capospalla d'archivio, la giacca Chevrier, datata 1951 e ispirata a quella con cappuccio dei pastori. Il capo è presentato pure in tessuti maschili, come spigati, check, lane e jacquard spigati, così come le numerose mini cappe.

OUTFIT
La parte del leone la fanno abiti pensati per il giorno, ma in chiusura arrivano anche outfit da sera, con ricami delle varie fasi della luna, amplificando la valenza mistica del blu che si fonde col nero e richiama le immensità di cielo e mare. Come accessori borse a secchiello o a canestro, cuissard e stivaletti, baschi di pelle alla francese e gioielli che sono la rappresentazione di souvenir di viaggi e di emozioni. «Per me è importante la globalità del progetto e parlare alle nuove generazioni», conclude la Chiuri.

ORCHIDEE
Nero, profondo e avvolgente, ha accolto anche gli ospiti di Loewe insieme a tante orchidee e a un rintocco di gong per segnare l'inizio dello show. Il buio intenso era lo sfondo ideale per le stampe e per gli abiti da cocktail a scacchiera, che sembravano appena usciti dalla sala da taglio, così come gli orli volutamente non finiti richiamavano l'artigianalità della sartoria. Dettaglio non da poco, oltre alle borse con maglia, colletti e polsini in pelle incisa con la tecnica della legatoria.

I COLORI
Issey Miyake gioca con le illusioni ottiche ispirandosi a quel fenomeno altamente affascinante che è l'Aurora Boreale. I cappotti voluminosi sono in lana di pecore Shetland tinta in cinque diversi colori nello stesso filo. Un lavoro incredibile di tecnica dei tessuti che permette al capo di essere diverso a seconda dell'angolazione dalla quale lo si guarda. Effetti particolari e tridimensionali anche per i pantaloni con le bande in suede e per le linee stampate su plissé resi permanenti da colla e alte temperature.

 
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