Papa Francesco, i 4 anni di pontificato che hanno rivoltato l'immagine della Chiesa

Papa Francesco, i 4 anni di pontificato che hanno rivoltato l'immagine della Chiesa
di Franca Giansoldati
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Lunedì 13 Marzo 2017, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 14:55

Città del Vaticano - Oggi in Vaticano è festa grande. Biglietti d'auguri, fiori, dolcetti avvolti in carte da regalo vengono recapitati alle guardie svizzere. Ricorrono i quattro anni di pontificato di Francesco, memoria di quel 13 marzo 2013 quando, nella Cappella Sistina, Jorge Mario Bergoglio veniva eletto scegliendo il nome del santo di Assisi. Cominciava con quel nome la rivoluzione rumorosa che, anno dopo anno, sta mutato immagine e volto alla Chiesa. Da istituzione lontana e offuscata da scandali di varia natura, Bergoglio è riuscito a ripulirne l'aspetto, avvicinandola al popolo, alla base, alla gente comune. Il suo sogno è il movimentismo delle origini, delle prime comunità cristiane.

In questi anni ha rivoltato come un calzino la curia, ha riportato le periferie al centro del sistema, ha imposto uno stile senza filtri. L'ultima novità - che ha spiazzato persino il cardinale Vallini - sono state le consultazioni popolari per sostituire il pensionando cardinale Vicario di Roma. Stavolta tutti, preti e laici impegnati, possono concorrere alla scelta scrivendo al Papa un memo in cui evidenziare le sofferenze della diocesi, gli obiettivi, il profilo del successore e, volendo, fare anche un nome. La busta deve essere ermeticamente sigillata e inserita in una seconda busta, anch'essa sigillata, da consegnare a mano in Vicariato. Un ufficio, nel frattempo, è stato attrezzato a tempo di record per far fronte all'ondata dei «suggerimenti» che si presume arriveranno. Il termine per partecipare alla consultazione è il 12 aprile. La nomina papale è attesa dopo Pasqua. Naturalmente tutte le lettere verrano consegnate personalmente (chiuse) al Papa. Le indicazioni, i nomi, i suggerimenti serviranno come bussola, anche se il pontefice deciderà in totale autonomia e rigorosa sovranità. Se vorrà, potrà anche non tenerne conto, dipenderà da lui.

Il ricorso a questo meccanismo consultativo, più che essere un elemento di democrazia, assume un valore simbolico per una diocesi in sofferenza. Sono anni che la base delle parrocchie lamenta in modo carsico la distanza con l'istituzione. Proprio ieri, nella parrocchia di Borgata Ottavia, il Papa parlando liberamente con i bambini della comunità insisteva tanto sul dialogo: «bisogna tornare all'apostolato delle orecchie», ha detto. Tradotto: bisogna sapere ascoltare. Poi ha anche aggiunto sornione che «a volte bisogna parlare alla nuora perché la suocera intenda, in questo caso si parla ai bambini perché intendano i grandi».

La grande sfida del Papa è sbriciolare quel muro istituzionale che rende le strutture ecclesiali lontane, ieratiche, come se fossero collocate sopra un piedistallo dorato. Quattro anni quelli di Francesco vissuti con grande intensità per attuare un’opera di profondo rinnovamento. Ha pubblicato il documento Amoris Laetitia che, al di là delle rumorose sacche di resistenza, offre un abbraccio materno alle dolorose storie di vita di tanti coniugi che hanno fallito il matrimonio. Ha avvicinato il mondo protestante con le celebrazioni di Lutero, a Lunt, in Svezia, ha insistito sulla misericordia, termine ecclesiologico che grazie ad un Giubileo destrutturato è entrato persino nel lessico quotidiano di persone lontane dalla fede. Oggi si parla di misericordia, si riflette sulla misericordia, si scrive di misericordia anche non in ambito strettamente ecclesiale.

Quest'anno saranno centrali e simbolici i viaggi in cantiere, alcuni già confermati, altri ancora sottoposti ai ritocchi diplomatici. Fatima, in Portogallo, per il centenario delle apparizioni; l'Egitto scosso dalle violenze estremiste e dalle persecuzioni contro i copti; L'India e il Bangladesh in autunno, il Sudan a fine luglio assieme all'arcivescovo Welby, la Colombia dove è stato raggiunto un accordo per un processo di pace dopo una guerra civile costata la vita a 8 milioni di persone.


 

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