Pozzi geotermici sui Cimini, no di Caprarola e Carbognano: «Sarebbe uno scempio»

Il sindaco di Caprarola Eugenio Stelliferi
di Federica Lupino
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Venerdì 17 Marzo 2017, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 13:59
“Senza un piano regolatore, i privati presentano progetti dove meglio credono. La Regione è in ritardo di dieci anni: senza regole, il territorio non è tutelato”. Eugenio Stelliferi, sindaco di Caprorala, ha le idee chiare sugli impianti geotermici: “Non siamo contrari a prescindere, ma il progetto presentato dalla Geothermics Italy per realizzare due pozzi in località Li Piani e in località Servelli va sospeso”. E infatti il Comune ha espresso parere negativo in conferenza dei servizi, che si è aperta l’altro giorno in Regione. Un no accompagnato da quello di tutti i soggetti invitati al tavolo, come Carbognano, la Provincia di Viterbo e i  rappresentanti di varie associazioni, tra cui Legambiente. Tra un paio di mesi, nuova riunione per valutare le integrazioni richieste alla documentazione. Quindi, si passerà al contraddittorio sulle osservazioni. La decisione definitiva della Regione non arriverà prima dell’estate.

Ma perché i sindaci dicono no? “Il decreto che disciplina la materia cita tra le aree da considerare non idonee alla costruzione e all’esercizio di impianti alimentati da fonti rinnovabili – ricorda Stelliferi - quelle agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità (produzioni biologiche, Dop, Igp e produzioni tradizionali). Infatti, la zona su cui dovrebbe aver luogo l’attività di ricerca geotermica è completamente interessata dalla coltivazione e produzione della nocciola gentile romana Dop, produzione tradizionale dell’area in questione e di alta qualità, che regge il Pil del Viterbese”.

Anche l’omologo di Carbognano, Agostino Gasparri, ha chiesto di essere invitato alla conferenza per esprimere tutte le perplessità del suo comune. “I pozzi – spiega – sorgerebbero proprio al confine col nostro territorio con pesanti ripercussioni per la zona artigianale, i cittadini che vivono nella zona e gli agricoltori. Inoltre, l’area proposta è di interesse archeologico e ci scorre la falda acquifera che alimenta Civita Castellana”.

La stessa società ha presentato un altro progetto tra Ischia di Castro e Farnese, che è già nella seconda fase della conferenza dei servizi. Prevede la realizzazione di pozzi profondi 4 chilometri, dal grande diametro e che possono avere un andamento deviato: sarebbero realizzati secondo le tecniche della ricerca petrolifera. 
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