Terni, trovato morto dopo 7 giorni
indagate moglie e figliastra
«Lo stavano murando dentro una stanza»»

Terni, trovato morto dopo 7 giorni indagate moglie e figliastra «Lo stavano murando dentro una stanza»»
di Corso Viola di Campalto
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Venerdì 17 Marzo 2017, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 18:24
 TERNI Era stato trovato martedì scorso in stato di decomposizione, circondato da sporcizia e una gran quantità di oggetti accatastati e accumulati in una piccola stanza di un’abitazione di via Manassei che divideva con la moglie e la figliastra. Il pensionato, 69 anni, era morto da sette giorni ma nessuna delle due si era accorta della sua presenza. Anzi, stavano per far murare la porta di quella stanza per non fare entrare nessuno. Ora sono indagate formalmente per occultamento di cadavere con l’autopsia che è stata per sabato poemeriggio alle 15  e dovrà dare risposte sulle cause della morte. A fare la scoperta del cadavere è stato un operaio filippino, che abita nella stessa palazzina, al quale la figliastra aveva chiesto di murare la stanza. Prima di iniziare a posizionare i mattoni, con la scala è salito fino a lucernaio, da dove ha intravisto il corpo, dando subito l’allarme. Sono arrivati i vigili del fuoco che sono riusciti ad aprire la porta bloccata dal cadavere del pensionato. Poi, l’arrivo del medico legale che ha subito riferito come l’uomo fosse morto da molti giorni. Sono scattate le indagini degli agenti della squadra volante coordinate dal dirigente Enrico Aragona. Dalle testimonianze delle due donne e da quella dell’operaio filippino tanti dubbi e incongruenze che hanno convinto il magistrato Raffaele Pesiri a ordinare l’autopsia e ad aprire un fascicolo con l’iscrizione come indagate delle due donne che avranno la possibilità di nominare un medico legale che segua l’esame. Le indagini hanno permesso di accertare che il pensionato era scomparso dal 6 marzo scorso. La figliastra ha raccontato di essere tornata a casa e di aver trovato la stanzetta dove custodiva gelosamente centinaia di oggetti di tutti i tipi col lucchetto divelto. Ha cercato così di entrare, ma senza successo. Ha subito pensato che potesse esser stato il patrigno a forzare la porta per rubare alcuni suoi oggetti, ma poi non ha fatto più nulla per aprirla. Da quel momento le due dicono di non averlo più visto e di aver pensato a un suo allontanamento volontario, come aveva minacciato più volte. Nel frattempo sempre la figliastra ha chiesto al vicino filippino di costruire un muro davanti alla porta della stanzetta. Pattuendo la cifra e andando ad acquistare i mattoni insieme a lui. Lavori che sono iniziati solo martedì scorso quando la ragazza è riuscita a racimolare i soldi per pagare l’operaio. Poi la scoperta una volta raggiunto il lucernaio con un bastone un sacchetto che custodiva dei monili. Racconto che ha lasciato perplessi gli inquirenti per diverse ragioni. Da quella stanza fuoriusciva un fortissimo odore nauseabondo dovuto alla decomposizione del cadavere. Possibile che la moglie, infermiera specializzata, non si fosse mai preoccupata per oltre sette giorni non si sia accorta di nulla? Inoltre, l’uomo, che fruiva di una pensione di invalidità e una di accompagnamento, era cardiopatico e diabetico e necessitava di farmaci quotidiani. Pillole che erano al loro posto e che potevano essere fornite solo con una ricetta del medico di famiglia. Possibile che sempre la moglie non si sia preoccupata del suo stato di salute e del fatto che il suo cellulare risultasse spento proprio dal sei marzo? Comunque i due coniugi vivevano separati in casa, dormendo in stanze diverse. I litigi erano frequenti perché l’uomo giocava spesso aI videopoke, mentre lei aveva problemi di liquidità avendo parte dello stipendio trattenuto per alcuni debiti contratti nel tempo . La figliastra lo accusava invece di rubare le sue cose per rivenderle. L’ipotesi della Procura è quella che per qualche ragione le due donne abbiamo deciso di nascondere il cadavere. Ipotesi comunque tutta da dimostra
SU FB LA VERSIONE DELLA FIGLIA
Sulla sua pagina di Facebook la figliastra ha raccontato la sua verità sulla morte del patrigno trovato in stato di decomposizione nella stanzetta dove lei custodiva decine e decine di oggetti:
«Se lunedì mattina (6 marzo) fossi rimasta a casa con te forse saresti ancora vivo. Sono uscita con mamma da quella porta alle 7 per andare a lavorare e ti ho ritrovato morto dopo 8 giorni ma mai avrei immaginato che stessi li dentro. Avevi il cellulare e non mi hai telefonato, perché hai deciso da morire così? La gente fa mille domande e non so più che dire e cosa rispondergli. Io non c’ero in casa quella mattina. Tu non dovevi fare quello che hai fatto».
Ma martedì mattina aveva invece postato un messaggio più duro: «Oggi murerò la mia camera così mi auguro che finiranno tutti i miei problemi. Non voglio uscire con il patema d’animo che quello stronzo possa entrarci da un minuto all’altro».
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