Rieti, rissa al Borgo e la violenza
a Villa Reatina. Fratelli d'Italia:
«I migranti vanno gestiti, non
sono soltanto un businnes»

Rieti, rissa al Borgo e la violenza a Villa Reatina. Fratelli d'Italia: «I migranti vanno gestiti, non sono soltanto un businnes»
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Lunedì 20 Marzo 2017, 21:15
RIETI - Sulla rissa tra rifugiati e la tentata violenta a Villa Reatina è intervenuto il portavoce cittadino di Fratelli d'Italia, Daniele Sinibaldi.

«I fatti dei giorni scorsi, la rissa tra i due immigrati al quartiere Borgo e il tentativo di stupro ad una donna da parte di un richiedente asilo , ci impongono una riflessione seria come comunità Cittadina. Quest' ondata migratoria forse non può essere fermata , o almeno non da noi, ma può e deve essere monitorata e controllata.

Non è possibile accettare continui episodi di violenza e malcostume, va messo un freno immediato per prevenire altri focolai. Rieti è una città che si è distinta negli anni per in integrazione serena e rispettosa di diverse comunità etniche e religiose che oggi sono parte integrante della nostra comunità cittadina, nel rispetto delle loro sensibilità ma anche delle nostre leggi e dei nostri usi. Questi processi erano controllati principalmente dall' amministrazione comunale e da alcune organizzazioni e associazioni che si relazionavano con l' istituzione.

Oggi il proliferare di aziende private che gestiscono i processi di integrazione  e la possibilità di ottenere un profitto dalla gestione dei migranti rischia di  snaturare il l' obiettivo delle politiche di accoglienza e di aprire un mercato che ricalca i caratteri di una vera e propria tratta degli esseri umani . Uomini e donne considerati numeri e abbandonati a se stessi col solo fine di sopravvivere giacche la loro sopravvivenza garantisce un guadagno all' operatore che li ha presi in carico. Immessi in un contesto di difficili equilibri e labili confini, in una città in difficoltà , con un centro desertificato, iniziano a venire fuori i disagi e le consuenguenze di tali disagi che non siamo più disposti a tollerare.

Servono regole più dure e responsabilità più profonde, sia per i migranti che per chi e' imbarca nell' impresa di accoglierli. Solo questi possono essere i presupposti di un processo di integrazione».
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