Roma, emergenza topi: ma per le derattizzazioni ci sono solo 560mila euro

Roma, emergenza topi: ma per le derattizzazioni ci sono solo 560mila euro
di Camilla Mozzetti
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Domenica 16 Aprile 2017, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 15:33

In Campidoglio c'è chi già lo chiama piano anti-sorcio ma per l'assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari, molto attenta al rispetto della lingua italiana, la forma viene prima di tutto e dunque è preferibile usare la definizione Procedura di contrasto alla presenza dei roditori in città. Quale che sia l'espressione più consona, certo è che la novità resta invariata: palazzo Senatorio sta ultimando un piano derattizzazione per ridurre la presenza dei topi dai parchi, strade, scuole e da ogni angolo della Capitale. Dopo che Marco, un bambino di soli tre anni è stato morso a una caviglia da un roditore nel parco di Villa Gordiani (V Municipio) e la denuncia del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che, attraverso una lettera a Il Messaggero ha esortato il Comune a prestare maggiore attenzione alla pulizia di Roma, la giunta di Virginia Raggi corre ai ripari. In realtà confida la Montanari «ci si stava lavorando già da tempo».

RISORSE IMMEDIATE
Il progetto è articolato in più step. Alcuni dettagli devono ancora essere affinati ma una base da cui partire c'è già. Si tratta dei fondi isolati nell'ultima manovra finanziaria di palazzo Senatorio dall'assessore al Bilancio Andrea Mazzillo e destinati ai 15 Municipi della città per la derattizzazione. Nello specifico, i singoli parlamentini possono contare su un plafond complessivo di 560 mila euro, già assegnati. Magari non alla voce derattizzazione, ma inseriti, ad esempio, nelle risorse concesse per la manutenzione scolastica che potranno, dunque, essere spuntate e utilizzate già nei prossimi giorni per ridurre la presenza dei ratti delle chiaviche come li chiamano gli esperti.

Questo primo passo rappresenta però una soluzione tampone, utile nell'immediato che non basterà a mettere in salvo la Capitale dai topi nei prossimi mesi. Ecco dunque che si passa agli altri stadi del progetto. Come prima cosa, il Campidoglio deve sciogliere un problema non di poco conto: capire a chi affidare il compito delle derattizzazioni ma anche delle disinfestazioni, da qui ai prossimi mesi considerata l'estate ormai alle porte, per le zanzare tigre. La Montanari vorrebbe poter affidare nuovamente il servizio ad Ama che, fino al 2016, si è occupata di questa mansioni spendendo in media ogni anno circa 19 milioni di euro. C'è però un problema logistico e normativo. Il nuovo contratto di servizio, infatti, non prevede che queste mansioni siano eseguite dall'azienda municipalizzata dei rifiuti o che comunque per poterlo fare l'Ama deve prima vincere una gara pubblica. E questo semplicemente perché le attività extra-Tari (come le derattizzazioni o disinfestazioni) non possono essere pagate dai cittadini. Si tratta di servizi straordinari e aggiuntivi che vanno oltre la pulizia delle strade e il ritiro dei rifiuti.

LA PROROGA
Sempre il Campidoglio per ovviare velocemente a questo problema aveva provato più di un mese fa a riaffidare il servizio all'azienda di via Calderon de la Barca, sfruttando un tesoretto di circa 2 milioni che sembra esser nelle disponibilità di Ama-card, lo strumento usato in passato dai Municipi per chiedere all'azienda interventi di derattizzazione. C'era anche la delibera, scritta dall'assessore Montanari ma una volta arrivata in aula Giulio Cesare, le opposizioni dal Pd a FdI avanzarono delle osservazioni pregiudiziali sulla legittimità del provvedimento. In più mancava il parere dell'Avvocatura e del Segretariato generale. Morale della favola, è finito tutto sotto la lente d'ingrandimento dell'Anac. E fino a che l'Autorità Nazionale Anticorruzione non scioglierà la riserva, si dovrà aspettare anche per il bando di gara. Nel frattempo il Campidoglio che desidera sfruttare la forza lavoro di Ama, è andato avanti. Obiettivo: revisione del contratto di servizio e allargamento delle mansioni per i dipendenti. A finanziarlo, chiaramente non potrà essere il gettito della Tari, ma risparmi e risorse aggiuntive che il Campidoglio sta cercando di isolare. L'argomento sarà oggetto di discussione nella presentazione del prossimo piano industriale dell'azienda municipalizzata, prevista per i primi di maggio.

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