A spasso tra gabbiani pulp e pappagalli boss

di Raffaella Troili
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Mercoledì 19 Aprile 2017, 00:05
“... Altro che film horror...”
Andrea De Angelis


La scena è agghiacciante e rende l’idea della guerra in atto tra bande di gatti, topi, gabbiani, pappagallini tropicali ormai romani de Roma.
Piazza Madonna dei Monti, la messa in rito ortodosso è finita, fedeli e turisti si attardano attorno alla fontana quando un gabbiano con un topo in bocca plana verso il basso, si fa largo a zig zag tra le teste, si accomoda a bordo vasca e si gode in pace il suo pasto. Le dimensioni del topo - o quel che resta - sono notevoli, il che rende l’idea della scena Pulp a cui si assiste nel cuore di Roma. Così mentre ogni mattina, gli abitanti di Roma nord si svegliano e sanno che devono iniziare a correre se vedono l’ombra di un cinghiale, tra altre specie all’apparenza innocue è in corso una lotta tra chi è più bullo e se la comanda sul territorio. Esempio: i ratti oramai escono allo scoperto, forse ci sono sempre stati, ma adesso si concedono una passeggiata frettolosa, tra avvistamenti che fanno urlare isteriche turiste in centro. I più aggressivi sono a Trastevere. I gabbiani - complice l’immondizia che trabocca dai cassonetti - sembrano aquile, non hanno paura di niente, rubano il cibo ai gatti. Per non parlare dei parrocchetti, i pappagallini verde brillante arrivati da lontano: prepotenti, tenaci, gran lavoratori, vanno e vengono stringendo rametti nei becchi e lasciando sentinelle di guardia ai loro mega nidi. La fanno da padroni in tutti i parchi cittadini, soppiantando anche i picchi: penetrano nei fori degli alberi e li sfrattano. Hanno già cacciato piccioni e cornacchie, non c’è storia, troppo competitivi. Anche loro scendono a terra e zompettano strafottenti tra di noi.

raffaella.troili@ilmessaggero.it
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