Corona, la fidanzata Silvia Provvedi: «Tornava a casa con buste da 25mila euro»

Corona, la fidanzata Silvia Provvedi: «Tornava a casa con buste da 25mila euro»
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Giovedì 20 Aprile 2017, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 23:46

«Tornava a casa con buste di contanti, da 5, 10, 20, 25 mila euro, le teneva nei giacconi in un ripostiglio vicino alla camera da letto e poi le portava in ufficio, erano i soldi delle sue serate e del suo lavoro e io mi facevo i fatti miei». Così Silvia Provvedi, del duo musicale «le Donatella» e fidanzata di Fabrizio Corona, testimoniando nel processo a carico dell'ex agente fotografico, ha raccontato ai giudici che l'ex re dei paparazzi, così come sostenuto dalla difesa, guadagnava dalle ospitate nei locali e dalla sua attività di testimonial centinaia di migliaia di euro in nero. Corona è a processo per i circa 2,6 milioni di euro in contanti trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria. Dopo la deposizione in Questura a seguito della bomba carta esplosa sotto la sua casa il 15 agosto scorso (fatto da cui è scaturita l'inchiesta che lo ha riportato in carcere) «Fabrizio - ha detto Provvedi - aveva l'impressione di essere stato trattato come un criminale e non come parte lesa di un attentato».
 

 


Silvia Provvedi, 23 anni, ex concorrente dell'Isola dei Famosi e di XFactor, è stata citata come testimone dai legali di Corona, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti e nella prima parte della sua deposizione, davanti al collegio della prima sezione presieduto da Guido Salvini, ha raccontato di aver conosciuto nel luglio 2015 l'ex 'fotografo dei vip' a Lonate Pozzolo (Varese) «per il lancio della testata 'Playboy' di cui io e mia sorella avevamo fatto la copertina». Dall'aprile 2016, ha aggiunto, «ho iniziato a vivere a casa sua, il nostro rapporto si è consolidato, lui lavorava giorno e notte, andava in palestra alle 9 di mattina e poi in ufficio e tornava a casa dopo le 22 e prima delle 23 a causa delle prescrizioni» dell' affidamento in prova. «Non si concedeva svaghi - ha detto ancora la showgirl - solo qualche massaggio a volte e questo ci metteva anche un pò in difficoltà come coppia, così come le restrizioni dell'affidamento, ma abbiamo superato tutto perché siamo molto uniti». Provvedi ha parlato, poi, del «segno in faccia» che aveva Corona dopo l'aggressione che avrebbe subito in un locale a fine luglio scorso dal calciatore Giuseppe Sculli.

«Mi ha detto - ha proseguito - che ha subito anche un tentativo di estorsione da lui, Sculli voleva 50 mila euro e mi sono un pò preoccupata, non era una cosa normale». Poi l'episodio della bomba carta. «Fabrizio - ha spiegato la teste - ha chiamato subito la polizia e ha parlato anche della tentata estorsione di Sculli e ha detto che forse c'era un nesso». In Questura, però, «Fabrizio si è sentito trattato come il criminale che aveva messo la bomba e non come la parte lesa». E ancora: «Anche a me mi hanno fatto qualche domanda strana, mi sembrava volessero indagare su di lui, erano interessati anche alla macchina che usavo. Fabrizio comunque ha sempre cercato in questo caso di preservarmi».
All'inizio dell'udienza i giudici hanno posto anche alcune domande di chiarimento a Francesca Persi, collaboratrice di Corona e imputata, e tra i testi ha deposto anche il giornalista di 'Chì Gabriele Parpiglia, amico dell'ex agente fotografico: «Fabrizio ha creato un lavoro che in Italia non c'era, è azienda di sé stesso e anche i tabacchini gli proponevano passaggi di mezzora da loro, perché poi avevano una folla di clienti ad acclamarlo».

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