Capitale degli sfottò, senza ufficio-insulti

di Maria Lombardi
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Venerdì 21 Aprile 2017, 00:10
I sindaci di Roma non si sono mai sconvolti per @romafaschifo, lo sportello di Napoli è segno di autodiffamazione
@Echino_idea


Chi insulta Napoli va punito, ha deciso il sindaco De Magistris. Pensate se ci provasse anche Roma, così umiliata di questi tempi, a farsi risarcire le offese. Immaginate se aprisse anche qui un ufficio per le diffamazioni. Ne avrebbe di lavoro: sfottò velenosi, giudizi cattivissimi e luoghi comuni mortificanti. Querelare chi esagera con le parole, ai napoletani l’idea è piaciuta. Chissà se piacerebbe anche ai romani che ne sentono anche troppe sulla loro città dove niente è più scontato, nemmeno l’eternità. E c’è quasi da rimpiangere «Roma ladrona», perché adesso è anche «mafiosa». E poi «ndranghetista, bucaiola, topastra, frigoriferona, quaquaraquona. Capitale de che?», in un solo tweet. Capitale della monnezza, delle buche, del caos, del degrado e di qualsiasi altra sciagura. Spqr, «sono porci questi romani» ma anche «coatti», «bugiardi». Insomma, se ancora non vi è chiaro, «Roma fa schifo», un logo ormai.

Ma voi ce li vedete i romani a fare la fila allo sportello degli insulti? Più indolenti che permalosi, sembra che non se la prendano tanto – se non c’è di mezzo il calcio – rassegnati a tutto anche alle offese, forse le farebbero scivolare via insieme al resto.
Un bene o forse no: d’accordo, l’ufficio non serve, l’immagine di una città si difende con i fatti e non con le carte bollate, fare le vittime è inutile. Quanto servirebbe però quel pizzico d’orgoglio in più, quello scatto d’amore, quel senso di appartenenza che fa sbottare: aridatece la Roma bella, quella che fa schiattare d’invidia il mondo e riprendetevi gli insulti, che non c’è più ragione.
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