Caraibi, l'ancora di una delle navi di Colombo ritrovata grazie alle mappe disegnate da un astronauta

Caraibi, l'ancora di una delle navi di Colombo ritrovata grazie alle mappe disegnate da un astronauta
di Anna Guaita
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Venerdì 5 Maggio 2017, 23:55 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 23:12
NEW YORK - Una squadra di esploratori subacquei ha trovato nel Mar dei Caraibi un'antica àncora che si crede sia appartenuta a una delle navi di Cristoforo Colombo. Per la precisione a una delle navi del secondo viaggio, quello del 1494, un viaggio sfortunato nel quale il navigatore genovese perse sei navi in seguito a un violento uragano.

L'ancora in questione è stata ritrovata al largo della Repubblica Dominicana, dove Colombo aveva fondato la colonia “La Isabela”. I ricercatori sono membri di una squadra guidata dal californiano Darrel Miklos, un “cacciatore di tesori”. Le loro imprese sono al centro di una serie di documentari in trasmissione in questi giorni nel canale tv Discovery. La serie si chiama “Cooper’s treasure” perché l’elemento eccezionale della missione di Miklos è che si basa sulle mappe disegnate dallo spazio dall’astronauta Gordon Cooper, uno dei “magnifici sette”. Cooper fece infatti parte della prima squadra di sette astronauti, quelli del “progetto Mercury”, i primi a volare in orbita intorno alla Terra, fra il 1958 e il 1963. Cooper in particolare detiene il record poiché a bordo della navicella Mercury Faith 7, orbitò 22 volte nel 1963.

Durante quel viaggio l'astronauta disegnò delle mappe. Eravamo nel pieno della Guerra Fredda e uno dei suoi compiti era di identificare anomalie che potessero indicare la presenza di impianti nucleari. Dall'alto riusciva a vedere delineate con chiarezza macchie scure nel fondo delle acque del mare caraibico. Solo anni dopo, con il tempo, si convinse che quelle macchie dovevano essere resti di navi affondate, in particolare le famose “navi perdute” di Cristoforo Colombo. Cooper mantenne quelle mappe segrete per quarant'anni. Le regalò poi al carissimo amico Roger Miklos, un esploratore subacqueo, che le ha passate al figlio Darrell, anche lui esploratore.

Darrell ora sta conducendo questa esplorazione, in collaborazione con il canale televisivo Discovery. Finora uno dei resti più significativi è un contenitore di terracotta dipinto con una tipica pittura di origine spagnola di fine ‘400, che ha aiutato gli archeologi a datare gli oggetti ritrovati proprio agli anni dei viaggi di Colombo: «Dopotutto – dice Darrell Miklos - se si pensa al primo periodo coloniale c'era solo un gruppo di gente europea là: Colombo, e la sua flotta».

È stato Miklos a ritrovare l’ancora: «Quando l’ho vista ho capito subito cos’era. Ho capito che avevamo trovato qualcosa di storicamente importante. Ero emozionato, tremavo. Che bellezza era quell’ancora che giaceva là, così elegante, così fragile».

L'ancora ritrovata mostra dei danni che fanno intuire che deve essere stata strappata dalla prua di una nave durante una tempesta. E’ dunque lecito pensare che sia l’ancora di una delle sei navi della “flotta perduta”. Un archeologo consulente della spedizione, Jim Simclair, spiega: «L'età e la nazionalità dell'ancora sono importanti. Essa presenta gli attributi caratteristici delle navi spagnole del primo periodo delle esplorazioni. E’ dunque forte la possibilità che fosse di una delle navi di Colombo».

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