«Noi, i ragazzi del Refuge contro l’omofobia: eravamo homeless, ora siamo comunità»

I ragazzi ospiti di Refuge Lgbt
di Laura Bogliolo
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Venerdì 12 Maggio 2017, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 03:44

Sono stati cacciati da casa, perché transessuali, gay, lesbiche e bisex. Cacciati e lasciati soli. Capita ogni giorno, in Italia e a Roma. A gennaio è stata aperta nella Capitale Refuge Lgbt, l'unica esperienza nel nostro Paese di casa famiglia per vittime di omofobia e transfobia. Dall'inizio dell'anno sono state ospitate 15 persone. Attualmente ci sono 7 ospiti che in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia del 17 maggio hanno scritto una lettera per far conoscere a tutti le loro condizioni e lanciare un messaggio di speranza. 

«L'omofobia è violenza, l'omofobia è sbagliata, l'omofobia è socialmente minoritaria, l'omofobia deve essere curata. Queste sono alcune delle cose che vorremmo dire ai padri e alle madri che hanno figli e figlie omosessuali e che non li accettano» scrivono i ragazzi che appaiono nelle foto della campagna di sensibilizzazione. Volti oscurati da cartelli sui quali ci sono messaggi chiari: «Sono felicemente gay». 

Refuge Lgbt  della Croce Rossa di Roma e del Gay Center, nata anche con il sostegno della Regione Lazio, è stata ideata sul modello dei Refuge francesi e ospita giovani dai 18 ai 26 anni. La casa famiglia si sostiene grazie ai fondi e alle donazioni alla Croce Rossa che fa appello a tutti per dare una mano.

«Alcuni di noi - si legge nella lettera - sono fuggiti, rimanendo senza un luogo per molto tempo, proprio come fanno le persone che vivono in regimi che violano i loro diritti umani. Siamo come profughi, siamo come migranti in cerca di un luogo che sappia riconoscerci, siamo quelli che nessuno vuole guardare, siamo homeless, siamo forti. Sì, siamo forti delle nostre identità, del nostro essere, della nostra vita. Ora siamo una comunità fatta di storie personali, di storie di vita, siamo pronti a ricominciare. Lo siamo grazie a chi ci sta aiutando, ai volontari, agli operatori, a chi mette impegno per sottrarci alla solitudine. A chi ci ha ridato una casa, ci cerca un'occupazione, ci dà speranza». 

«Credo che questo messaggio sia il miglior manifesto contro l'omofobia. La casa Refuge Lgbt è non solo un luogo per accogliere ma per ridare speranza. Mi auguro che tutti vogliano contribuire per proseguire un progetto che finora è unico in Italia». dice Debora Diodati, presidente della Croce Rossa di Roma.

La lettera degli ospiti di Refuge LGBT

Noi ragazzi del Refuge contro l’omofobia

Noi ragazzi di Refuge LGBT di Roma siamo le vittime? Siamo noi quelli sbagliati? Siamo noi che dobbiamo lottare per reinserirci nella società? Queste domande sono solo alcune che potremmo fare a cui probabilmente in molti sarebbero in imbarazzo nel dover dare una risposta. Si avvicina la giornata mondiale contro l'omofobia, ma noi l'omofobia l'abbiamo vissuta tutti i giorni, siamo stati picchiati, derisi, offesi, violentati, maltrattati, odiati. Siamo stati allontananti dalle nostre famiglie o siamo stati costretti ad allontanarcene. Alcuni di noi sono fuggiti, rimanendo senza un luogo per molto tempo, proprio come fanno le persone che vivono in regimi che violano i loro diritti umani. Siamo come profughi, siamo come migranti in cerca di un luogo che sappia riconoscerci, siamo quelli che nessuno vuole guardare, siamo homeless, siamo forti. Sì, siamo forti delle nostre identità, del nostro essere, della nostra vita. Ora siamo una comunità fatta di storie personali, di storie di vita, siamo pronti a ricominciare. Lo siamo grazie a chi ci sta aiutando, ai volontari, agli operatori, a chi mette impegno per sottrarci alla solitudine. A chi ci ha ridato una casa, ci cerca un'occupazione, ci dà speranza. L'omofobia è violenza, l'omofobia è sbagliata, l'omofobia è socialmente minoritaria, l'omofobia deve essere curata. Queste sono le risposte alle domande iniziali. Queste sono alcune delle cose che vorremmo dire ai padri e alle madri che hanno figli e figlie omosessuali e che non li accettano. E' come respingere chi ha un colore della pelle diverso, è come ai tempi della segregazione razziale, è il moderno apartheid, superato e strasuperato da leggi, matrimoni gay, unioni civili, adozioni di figli, libertà. Siamo e resteremo donne e uomini liberi, siamo e resteremo felicemente gay, lesbiche, bisessuali e trans!  


 

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