Perché la selezione naturale, che secondo il darwinismo più ortodosso dovrebbe favorire solo gli organismi più funzionali, permette che alcune specie sviluppino organi, orpelli e comportamenti apparentemente inutili? La risposta di Zahavi è contenuta nella sua rivoluzionaria teoria della «selezione per handicap» che ha fatto scalpore negli ambienti scientifici. Grazie a una ventennale esperienza di osservazioni sul campo, Zahavi ha riscontrato in molte specie la presenza di handicap che in realtà sono manifestazioni di segno opposto: l'animale mostra ai nemici e a quelli della sua stessa specie che riesce a sopravvivere anche se il suo comportamento o la sua conformazione fisica non sono perfettamente funzionali all'ambiente.
Secondo la teoria di Zahavi, l'handicap (ovvero un comportamento o una caratteristica fisica che tendono ad abbassare la fitness dell'individuo e di conseguenza le sue probabilità di sopravvivenza) sarebbe un «segnale onesto» sia per il partner sessuale (che in questo modo può scegliere un compagno in ottima salute, in grado di sostenere il "costo" dell'handicap), sia per gli eventuali predatori, che tenderebbero a scegliere animali meno performanti, più deboli, contribuendo così alla selezione.
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