Lorenzin: «I No Vacs mettono a rischio non solo i loro bambini»

Lorenzin: «I No Vacs mettono a rischio non solo i loro bambini»
di Mario Ajello
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Sabato 20 Maggio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 12:27

L’euforia. La gioia, tanta, per una decisione che tutela la salute dei bambini e di tutti i cittadini. «Come sto? Sono felicissima!». Eccola Beatrice Lorenzin, il ministro combattente. Si è spesa in maniera arci-convinta per quella che secondo lei, e secondo tanti, è una battaglia di civiltà e di progresso. Non era così scontato che si portasse a casa l’obiettivo in tempi così rapidi, e pienamente, visti gli stop and go che sulla questione vaccini si sono registrati negli scorsi giorni. Ma ieri in Consiglio dei ministri la discussione, che è stata lunga e di alto rilievo, ha portato a una condivisione sul decreto che fa contenti tutti. Anzi, no. Sui social la delusione degli anti-vaccinisti dilaga e la resistenza anti-scientifica lamenta la sconfitta.

Ministro, dicono che avete fatto un favore a Big Pharma, che avete fatto vincere le lobby farmaceutiche. Possibile?
«Macché! Questa è la vittoria delle menti migliori, e del resto tutta la comunità scientifica è d’accordo con il decreto, contro i complottismi dell’ultima ora».

Da che cosa nasce la sua grande felicità?
«Dal fatto che ho raggiunto, insieme agli altri, l’obiettivo che mi sono prefissa come ministro della Salute. Anche su indicazioni ricevute dall’Istituto superiore di sanità e dal Consiglio superiore di sanità, mi ero posta lo scopo di affrontare in maniera decisa l’urgenza che abbiamo di innalzare le soglie di vaccinazione della popolazione italiana. Di questa urgenza, la gente si è resa conto a dicembre con la vicenda della meningite e anche adesso che è in corso l’epidemia di morbillo».

L’epidemia di morbillo è quella che vi ha spinto ad agire con particolare fretta e in modo da sistemare la questione vaccini finalmente con chiarezza?
«Mi sono decisa a portare il decreto in Consiglio dei ministri, e all’attenzione di tutti, perché proprio sul morbillo abbiamo scoperto che le motivazioni principali per non fare le vaccinazioni sono due. La prima è perché non è obbligatorio, e quindi non si percepisce il rischio di morbillo, parotite, rosolia».

E la seconda?
«C’è una fetta di NoVacs, di contrari ai vaccini, che non li fa a causa di motivi anti-scientifici e irrazionali. Mettendo a rischio i propri bambini e anche gli altri. E dunque, ho presentato una settimana fa un decreto aperto, su cui ci si è potuti confrontare in maniera costruttiva. Tenendo ben chiara la meta: che è quella di rendere obbligatori più vaccini e di allargare la platea dei vaccinati».

Viene reintrodotto insomma l’obbligo vaccinale che era stato abolito nel 1999?
«Sì, e questo mi riempie di soddisfazione. Oggi l’obbligo delle vaccinazioni torna ad essere cogente e diventa imperativo per lo Stato».

Come si realizza tutto ciò?
«Dicendo, come fa il decreto in vigore dall’inizio del prossimo anno scolastico, che i vaccini sono obbligatori per tutti da zero a 16 anni. Da zero a sei anni, viene impedito l’accesso alla scuola materna e all’asilo, se non hai le certificazioni vaccinali. In questa campagna coinvolgiamo anche i pediatri e già così una grandissima fetta di famiglie viene sensibilizzata e fatta partecipare».

Per l’altro segmento, le misure quali sono?
«Dai 6 ai 16 anni, quando si fa l’iscrizione alla scuola dell’obbligo bisogna presentare i certificati delle vaccinazioni. Se non vengono presentati, il dirigente scolastico avverte la Asl e la Asl chiama la famiglia e dice: mancano queste vaccinazioni, facciamole».

E se la risposta è un rifiuto?
«Possono succedere due cose. La prima è la sanzione tra i 500 e i 7500 euro ogni anno. La seconda potrà essere, nei casi più gravi, la segnalazione al tribunale dei minori, per discutere la sospensione della potestà genitoriale».

Crede che funzionerà questo dispositivo così articolato?
«Ne sono convinta, anche alla luce del plauso che sta arrivando da parte della comunità medica. L’insieme di questi provvedimenti, con i vari controlli previsti, mi sembra assolutamente il più adatto a centrare il risultato. Detto ciò, se si verificano situazioni di particolare allarme epidemico, resta il potere in capo al ministro della Salute di agire con ordinanza urgente».

Perché per il morbillo non avete attivato le procedure d’urgenza?
«Perché, ad oggi, le condizioni per un intervento del genere non ci sono. Questo decreto nasce proprio per evitare che si creino condizioni di pericolosità, che costringerebbero il ministro a fare un’ordinanza».

Nel Consiglio dei ministri tutti con lei, dopo le polemiche dei giorni scorsi?
«Tutti con noi. Nel senso che insieme abbiamo cercato di trovare le soluzioni tecniche migliori e più condivise, senza venire meno all’obiettivo, che è quello che le ho detto».

E le divisioni politiche: sparite?
«Roba da bassa cucina, che non interessa a nessuno. Tantomeno a me».

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